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Gattuso non si accontenta: questo è solo l’inizio

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan
Gattuso va avanti senza proclami e pensa partita per partita. La squadra è con lui, ma sa che c'è ancora molto da migliorare: dalla condizione ai meccanismi

Stefano Bressi

San Siro ha ritrovato lo stesso Gennaro Gattuso che aveva lasciato: inarrestabile. Neanche a fine partita si è fermato, quando ha iniziato a festeggiare a modo suo, dando anche qualche spintone ai suoi per farli gioire sotto la Curva. Prima, però, anche abbracci. Appena l'arbitro ha fischiato, Rino è corso in campo per un bellissimo abbraccio di gruppo. È la prima vittoria con Gattuso in panchina e festeggiarla ci sta con la neve che rende tutto ancora più bello e romantico. Se Rino è rimasto lo stesso, non si può dire altrimenti dello stadio. Clima totalmente diverso da quello in cui era stato salutato Rino a maggio del 2012. Quel Milan vinse 2-1 con il Novara, ricorda La Gazzetta dello Sport. Ora rino guida la squadra dalla panchina, ma il clima è freddo e lo stadio mezzo vuoto. Unici momenti di vero calore, quelli legati al nuovo allenatore.

La partita Rino l'ha vissuta da indemoniato. Non si è fermato un attimo dentro l'area tecnica, come un leone in gabbia. Sotto la neve con la sola giacca ha dato sfogo a tutta la tensione, prendendo a calci le prime cose che gli capitavano a tiro. È lui in persona a richiamare Patrick Cutrone che si stava scaldando per velocizzare il cambio, non uno dello staff come accade di solito.

A fine partita Rino dirà che non ha sentito il freddo, perchè troppo teso: "Potevo stare anche a petto nudo". Anche l'analisi della partita è ancora adrenalinica: "La coperta è corta, c'è ancora tanta strada da fare. Ringrazio la squadra per questa vittoria, so che ha dato tutto. Io sono in tensione anche se gioco a calcio balilla con mio figlio, figuriamoci se lotto per la maglia del Milan. Se mi rivedo sono inguardabile, ma non posso fare altrimenti. Vivo il calcio e i rapporti così, in modo schietto e sincero. In settimana però non me la sono presa con nessuno, sono cambiato. Ho rispetto per Montella, molte cose del suo lavoro le ho conservate. Serve però più intensità nel recupero palla e maggiori verticalizzazioni. Penso partita per partita e so che la squadra mi segue. Ora ci dobbiamo continuare ad allenare e poi ci sarà il Verona in Coppa Italia. Bisogna battagliare, altrimenti non si va da nessuna parte".

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