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Gattuso: “Per i milanisti Berlusconi vivrà in eterno. Sui nuovi…”

Stefano Bressi

Gattuso ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato anche e soprattutto di Milan. Dal match di oggi contro il Bologna alla proprietà.
02:50 min

Oggi si gioca Milan-Bologna, match importantissimo per i rossoneri, che possono qualificarsi all'Europa League. Partita carica di bei ricordi, invece, per Gennaro Gattuso, che il 12 febbraio 2000, in occasione di questo match, ha trovato il primo gol in Serie A. Proprio oggi, l'ex Milan è stato intervistato dal Corriere di Bologna, soffermandosi appunto sul match del pomeriggio, ma anche sull'amico Roberto Donadoni, sulla nuova e vecchia proprietà rossonera con Silvio Berlusconi, ma anche sulla propria esperienza in rossonero e al Pisa.

Ecco le sue parole: "Con il Bologna ho fatto il mio primo gol in A, di piattone dal limite. Per una domenica ho fatto il fenomeno. Pensando agli investitori stranieri mi verrebbe da dire che non è lo stesso calcio di allora. Poi mi guardo attorno e cambio idea. È cambiato proprio il nostro modo di vivere. Ora si passa il tempo a smanettare su telefonini e tablet, nell'era dei social e della globalizzazione gli investitori nel nostro calcio sono quasi una conseguenza... Meglio prima, io sono all'antica. Berlusconi ha preso il Milan in un tribunale e per 25 anni gli ha fatto vincere tutto. Per i milanisti vivrà in eterno. Milano cinese è una realtà a cui ci dobbiamo abituare. Se è l'unico modo per riportare il nostro calcio ad alto livello in Europa, evviva i cinesi, i canadesi e tutti quelli che investono nelle nostre società. L'importante è che percorrano le strade giuste. Servono passione, programmazione e organizzazione. La Juventus va seguita come Vangelo. Sull'esperienza a Pisa ho da dire solo che se non hai alle spalle una società non vai da nessuna parte. Poi è chiaro che in squadra ci debbano essere uomini veri. Io quando parlavo con Maldini e Costacurta li ascoltavo in silenzio, le regole che ci dettavano loro erano i primi a rispettarle. Juve a parte e allenatori italiani a parte, che vincono ovunque, il nostro calcio è ancora un po' lontano dai vertici europei, ma stiamo tornando. In Serie B, per esempio, ci sono talenti con un futuro importante. Dopo ciò che ha fatto Donadoni è umano sperasse in una chiamata del Milan ed è giusto che continui a farlo".

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