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Gattuso ringhia: vuole veleno

Stefano Bressi

Gattuso sembra essere abbastanza preoccupato per la situazione del suo Milan. Oggi contro l'Atalanta vuole dei giocatori meno polli e più velenosi.

Siamo a dicembre, ormai già quasi finito. Un mese spesso dolce per il Milan e non per i panettoni. Sabato scorso erano dieci anni dalla conquista dell’ultimo titolo internazionale, la Coppa del Mondo per club, mentre proprio un anno esatto fa i rossoneri alzavano la Supercoppa Italiana a Doha, trofeo certo non irresistibile, ma arrivato contro la Juventus e dopo cinque anni di digiuno. Quest'anno però le cose stanno andando un po' diversamente. Niente festa, solo lavoro duro. Gennaro Gattuso in allenamento spreme per bene i suoi ragazzi e il ritiro non può essere certo un momento felice. Rino ieri ha spiegato che dietro la scelta di andare in clausura ci sono principalmente due motivi: il primo è tirare fuori il veleno, che non consiste nel giocare con cattiveria, ma nel dare tutti qualcosa in più; il secondo è un messaggio all’esterno: dopo un punto tra Benevento ed Hellas Verona non si poteva fare altrimenti. Nessuno, comunque, si è ribellato.

In pratica, scrive La Gazzetta dello Sport, una cura più per la testa che per le gambe. Anche perchè Gattuso sa bene che non basta una vittoria, bisogna cambiare mentalità per non ricascarci. Ecco perchè vuole sempre più rabbia, più cattiveria agonistica. Concetto chiaro. Poi, ovviamente, ci sono gli avversari. Rino li conosce bene e ne fa un'analisi perfetta: sa che l’Atalanta vola, ha rabbia e insomma è tutto ciò che non è il Milan, nonostante lo stesso numero di partite giocate.

Insomma, è la mentalità che bisogna migliorare. Gattuso spiega che spesso ha la sensazione che la sua squadra avverta il pericolo e si spaventi, nonostante abbia preparato tutto bene in settimana. Vede i suoi giocatori un po' polli, che durante l'allenamento danno tutto e in partita fanno solo il compitino. Rino poi ha chiarito anche di non aver mai pensato alle dimissioni e che, nonostante le parole di Silvio Berlusconi lui deve valutare i giocatori che ha.

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