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Il Milan dei cinesi appeso a un filo: Berlusconi già pronto a restare

Silvio Berlusconi Milan
Silvio Berlusconi sembra intenzionato ad intascare le prime due caparre e a tenersi il Milan. Tutto in attesa di nuovi compratori. Il punto della situazione

Daniele Triolo

Il tempo scorre sul cronometro ed il risultato, salvo miracoli, sembra segnato sul tabellino: secondo quanto riportato questa mattina dal quotidiano 'Repubblica', il Presidente del Milan, Silvio Berlusconi, sembra sempre più intenzionato ad incamerare le prime due caparre, del valore di 200 milioni di euro, fin qui versate a Fininvest da Sino-Europe Sports via Hong Kong ed Isole Vergini, , facendo quindi saltare l'operazione di cessione del club rossonero ai cinesi.

Questo nonostante le rassicurazioni sul versamento, atteso per domani, di un'ulteriore caparra di 100 milioni di euro (per il notevole totale di 300 milioni sui 520 pattuiti nell'agosto 2016 da Fininvest e SES) affinché si ufficializzi la proroga del closing dell'operazione al 7 aprile prossimo. Con quei 200 milioni, ha spiegato ancora 'Repubblica', Berlusconi riprenderebbe saldamente in mano la gestione del Milan e in attesa di un nuovo compratore che, questa volta, tiri davvero fuori i soldi.

La versione ufficiale della vicenda vuole che, per firmare un nuovo contratto in esclusiva dopo quello decaduto il 3 marzo, Berlusconi voglia il bonifico con la caparra di altri 100 milioni. E che SES, se non sarà in grado di portare la somma rimanente entro l’assemblea dei soci (a questo punto da convocare entro metà aprile), invece di perdere 200 milioni sia pronta a lasciarne a Fininvest addirittura 300, entrando nel guinness dei primati per l’affare più sballato di sempre. In privato, ha però aggiunto 'Repubblica', Berlusconi giurerebbe di non volerne più sapere del Milan e dei suoi costi. I 100 milioni in questione, secondo fonti finanziarie, : se ne aggiungerebbero altri 140, già fuori dalla Cina. Ma a questo punto, per chiudere formalmente l’affare, ne mancherebbero altri 100, più 170-180 per coprire le perdite degli ultimi mesi e impostare la prossima stagione sportiva.

E anche se viene accreditata la versione che SES li abbia effettivamente raccolti in Cina e che sia bloccata soltanto dalle autorità di Pechino, che hanno introdotto regole più severe per l’espatrio di capitali e reso , la cosa certa è che l'intera operazione, oggi, sembra concretamente sul punto di saltare.

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