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Manca un portiere di ruolo, ma in rosa il Milan ha esattamente dieci giocatori di origini ispaniche. Si potrebbero anche schierare in una formazione con un 4-3-3, come ha fatto la Gazzetta: difesa con Cristian Zapata, Gustavo Gomez, Gabriel Paletta e Leonel Vangioni; centrocampo composto da Suso, Josè Sosa e Mati Fernandez; attacco, infine, formato da Gerard Deulofeu, Carlos Bacca e Lucas Ocampos. In più c'è il jolly Gianluca Lapadula, nato a Torino da mamma peruviana. Tutti spagnoleggianti. Nel dettaglio: quattro argentini (Sosa, Ocampos, Vangioni e Paletta), due colombiani (Bacca e Zapata), due spagnoli (Suso e Deulofeu), un cileno (Mati Fernandez) e un paraguaiano (Gomez).
A questi potrebbe aggiungersene presto un dodicesimo: Martin Caceres. Su una rosa di ventisette, significa quasi la metà. E considerando che l'altra metà sono praticamente tutti italiani, c'è da dire che la sintonia è ottima. Anche perchè la comprensione è facile, sia in campo che fuori. Inoltre molti di loro giocano in Italia da tantissimo tempo. Da sottolineare che se il Milan non avesse sfoltito la rosa di alcuni elementi in estate, il numero sarebbe stato ancora più corposo.
Una volta a Milanello, invece, c'era la colonia brasiliana. Ma non solo. I rossoneri, infatti, sono spesso stati caratterizzati da gruppi etnici particolari, a seconda del periodo storico. L'ultima Champions League vinta dal Milan vedeva sei brasiliani in rosa. Più recentemente c'è stata molta Francia (Philippe Mexes, Jeremy Menez, Adil Rami e M'Baye Niang), ma non ha portato risultati. Impossibile non citare, poi, i tre olandesi.
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