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Il Milan risponde a Pallotta, Fassone: “Sbalorditi dall’attacco”

Marco Fassone, Ad del Milan, Getty Images
Arriva immediata la risposta del Milan alle poco felici esternazioni di James Pallotta, presidente della Roma: ecco il commento di Marco Fassone

Giacomo Magnani

Il Milan non ci sta. Dopo l'attacco di James Pallotta sui metodi di gestione societaria, è arrivata immediata la risposta di Marco Fassone: "Sono sbalordito. Primo per lo stile, è inusuale che un club attacchi in modo così diretto e con questa terminologia una consorella. Secondo per le imprecisioni. Sentir dire che «la proprietà del Milan non ha i soldi per comperare il club», quando tutti sappiamo che qualunque operazione di questa entità viene fatta abitualmente con la leva finanziaria. Si parla di cifre totalmente sbagliate: oramai tutti sanno che la parte dei soldi relativi al fondo a cui fa riferimento Pallotta, e cioè il fondo Elliott per finanziare l'acquisizione del Milan, è di 180 milioni su un valore del club di 740 milioni. Ripeto, imprecisioni da una parte e stile dall'altra quantomeno discutibile. Io non so lui a cosa si riferisca quando dice «pagheranno le conseguenze». Non so se è una minaccia o no. Noi, tutti lo sanno, abbiamo emesso un bond pari a 50 milioni di euro che è totalmente destinato a finanziare la campagna di questa estate. Siamo, al momento, ampiamente al di sotto del consumo di questo bond. Ci sono dei piani pluriennali che, per altro, oltre ad aver presentato ad un CdA che è fatto da personaggi di qualità come Paolo Scaroni, Marco Patuano, Roberto Cappelli, che dovrebbero essere per qualunque tifoso e qualunque italiano la più totale garanzia. È stato presentato alla UEFA nell'ambito di un voluntary agreement. Tutti lo conoscono, è pubblico e potrà vederlo tranquillamente anche il presidente Pallotta. Quindi sono minacce, se sono minacce, che francamente respingo al mittente. Io non so come lui possa pensare che gli stipendi del Milan un domani possano essere uguali ai ricavi. Tutto il nostro piano prevede che gli stipendi rimangano sulla soglia che è tra il 50 e il 60% dei ricavi della società. Quest'anno è così. Noi siamo partiti da una soglia molto bassa, perchè nella precedente gestione gli stipendi erano al di sotto di una soglia ampiamente competitiva e poi, ritorno anche al discorso di prima dell'indebitamento. Il livello dell'indebitamento del club è di 120 milioni di euro. Rispetto al fatturato del club è straordinariamente migliore di quello che ha la Roma, che ha la sfortuna di essere quotata in borsa e quindi un bilancio pubblico. Io non mi permetto di commentarlo, ma chiunque lo può andare a vedere e verificare il livello di indebitamento. Non mi preoccupa che il presidente Pallotta non capisca come possa spendere il Milan, mi preoccupa di più quando fa l'accusa di «perdere la testa». Noi manager cerchiamo di essere razionali e di essere freddi. Non siamo tifosi, ogni investimento è calcolato e basato sul fatto che si pensa di ripagarlo con i ricavi aggiuntivi che questo investimento porterà. Lo pregherei di tenere conto del fatto che i giocatori che abbiamo acquisito fino a questo momento sono giocatori che vanno nell'asset della società, che patrimonializzano il club e che danno un valore. Quando si acquista una società, e il presidente lo fa bene perchè lo fa di mestiere, si guardano gli asset che questa ha in pancia e nel nostro caso gli asset sono quasi unicamente i giocatori. Quelli che abbiamo acquisito sono giovani e di grande prospettiva e che noi pensiamo ci diano risultati sportivi nel breve e risultati economici nel medio periodo. Il Milan va avanti, certo mi ha dato una sveglia queste dichiarazioni del presidente. Rinnovo veramente a lui l'invito, quando lui vorrà, io sono qui in Italia e lavoro 20 ore per il Milan. Sono a sua disposizione per confrontarmi sui bilanci miei e di quelli della Roma. Se devo imparare qualcosa sono disponibile ad impararlo, ma le critiche fatte in questo modo un po' di fastidio me lo danno". L'amministratore delegato ha parlato attraverso il canale Facebook della società.

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