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Il Milan vince contro il Rijeka, ma la strada è ancora molto lunga

Redazione

Il Milan ha portato a casa i tre punti contro il Rijeka, tuttavia ci sono ancora tanti problemi da risolvere per Montella, primo fra tutti la difesa

di Enrico Maggioni

Ieri sera al Milan contro il Rijeka serviva la vittoria per mantenere la testa della classifica nel girone di Europa League e vittoria è stata. Ma chi si aspettava una svolta netta rispetto all'irritante atteggiamento di Genova è rimasto deluso. Apparsi stanchi, troppo lenti ed a tratti svogliati, i ragazzi di mister Montella non hanno evidentemente smaltito le scorie di Marassi, faticando a mantenere alta la concentrazione per l'intera gara. L'ennesimo centro di André Silva, bomber di coppa ma malinconicamente relegato in panchina in campionato e il primo gol rossonero di Mateo Musacchio non sono stati sufficienti ai rossoneri per congelare il risultato. Un atteggiamento troppo passivo e due gravi errori individuali di capitan Bonucci, lontano dagli standard attesi, e di Alessio Romagnoli hanno rivitalizzato i pur modesti croati che nel giro di cinque minuti hanno acciuffato l'insperato pareggio. Per fortuna del Milan ci ha pensato il predestinato Cutrone, secondo marcatore più giovane dell'Europa League, a realizzare lucidamente ed a tempo scaduto il prezioso gol della vittoria, con annessa esultanza finale di tutta la panchina.

Il Milan, apparso ancora debilitato dalle recenti sconfitte di campionato e senza una chiara idea di gioco, con protagonisti lontani da una forma accettabile e con posizioni tattiche tutt'altro che definite, porta a casa tre punti preziosi in ottica qualificazione e soprattutto la convinzione che si può vincere lottando sino alla fine. È necessario ripartire da questa auspicata unità di intenti: Montella a fine gara esalta l'orgoglio ed il temperamento della squadra, ma i troppi errori individuali non consentono ai reparti l'auspicato salto di qualità necessario per lottare ad armi pari domenica contro la Roma. Serve un Milan più sereno, con i leader della squadra chiamati a trascinare un gruppo spesso contratto, incapace di sviluppare calcio in modo fluido ed apparso ieri sera ancora troppo fragile mentalmente. Domenica servirà una gara di ben altro spessore per poter mettere in difficoltà gli uomini di Di Francesco: San Siro ci crede, ma spera di non rivedere i soliti errori e le solite amnesie.

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