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Non ci sono attenuanti per la sconfitta del Milan contro la Lazio: l'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport' muove i suoi passi da una constatazione tanto veritiera quanto preoccupante. Di fronte al primo avversario di spessore, i rossoneri di Vincenzo Montella si sono squagliati, ma ciò non deve indurre in conclusioni affrettate: "La classica batosta da cui apprendere e ripartire, il classico schiaffo salutare che riporta sulla terra e abbassa il tasso di presunzione". Dopo aver messo da parte le sfide estive relativamente abbordabili contro squadre poco blasonate, i rossoneri incappano nella prima sonora sconfitta la quale potrà soltanto fare bene ai rossoneri e a Vincenzo Montella, il quale adesso sa su cosa lavorare e di dover cambiare atteggiamento: anche lui si giocherà tanto dal destino di questa stagione in cui il match di ieri pomeriggio deve rimanere un piccolo neo in un importante cammino.
C'è tuttavia un aspetto da considerare e analizzare: statistiche alla mano, il match sembra sia stato dominato dal Milan nonostante il risultato (4-1) parli chiaro. Tre indicazioni a favore di Vincenzo Montella: possesso palla (60,1 contro 39,9) , baricentro medio (59 metri contro 41,5) e vantaggio territoriale (63 a 37). Ma la chiave di volta (e su questo piano è stato vinto il confronto tra i tecnici) di Simone Inzaghi è stato l'utilizzo di Milinković-Savić e Luis Alberto: doppiogiochisti, un po' trequartista e un po' mediani, per cui la teorica superiorità numerica rossonera a centrocampo si rovesciava in inferiorità.
Già dal prossimo match, Austria Vienna-Milan, Vincenzo Montella correrà ai ripari studiando le contromosse per la fragilità difensiva: "Romagnoli sta meglio, quindi giovedì credo di giocare a tre dietro. Oggi non era possibile, ci siamo allenati troppo poco insieme negli ultimi giorni. In campo dobbiamo essere comunque più aggressivi e meno scolastici".
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