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Inter, in pochi giorni dalla rimonta Champions al sorpasso Milan

Redazione

in pochi giorni da una rimonta Champions ad essere superati in classifica dai rossoneri proprio prima del derby. Per l'Inter il momento non è semplice: cosa è cambiato?

di Giancarlo Mele

Al termine della 28^ giornata, infausta per i colori rossoneri, l’Inter celebrava invece il suo trionfo asfaltando la sorprendente Atalanta a S. Siro sotto una valanga di gol (sette, ndr) e portandosi a 6 lunghezze dalla “posizione Champions” occupata dal Napoli, con il vantaggio fra l’altro di avere lo scontro diretto con i partenopei in casa.

I commenti dei “soliti opinionisti”, nel magnificare la perfetta macchina da gol nerazzurra, si dividevano solo sulla giornata in cui la squadra di Pioli avrebbe agguantato il terzo posto e se anche la Roma potesse considerarsi al riparo dal ritorno dell’Inter. Che cosa è successo nelle ultime tre giornate? Possibile che l’inaspettato pareggio esterno con il Torino abbia comportato per i nerazzurri un crollo così verticale con Sampdoria e Crotone? Diciamo subito che, se non pensavamo allora potessero agguantare la Champions, non li riteniamo certo adesso fuori dai giochi. Abbiamo tuttavia identificato tre fattori che hanno inciso su questo repentino cambio di rendimento.

Il primo riguarda l’allenatore Pioli: lo riteniamo buon tecnico ed eccellente motivatore. Ha saputo plasmare l’organico messogli a disposizione dalla società, recuperando posizioni importanti in classifica ed infilando, tra S. Ambrogio e fine gennaio, ben 9 vittorie consecutive.  Molti, in quei giorni, pensavano che potesse centrare la Coppa Italia e rientrare nel giro scudetto e lo celebravano come autore di un nuovo miracolo. Lazio a S. Siro e Juventus allo “Stadium” hanno contribuito poi a spegnere queste illusioni ma soprattutto ad insinuare nell’ambiente nerazzurro la convinzione che la squadra avesse bisogno di un’altra conduzione tecnica per sopperire ai ricorrenti cali di tensione nelle partite decisive. Da qui i “rumors” sull’arrivo di Conte e Simeone che hanno fatto il resto, minando nello spogliatoio credibilità e prestigio verso l'attuale tecnico tecnico.

Il secondo motivo attiene invece il trequartista, ruolo chiave per l’Inter che può contare su Banega e Joao Mario, giocatori prestigiosi ma con caratteristiche diverse. L’investimento importante operato sul portoghese faceva pensare dovesse essere lui il titolare, ma Banega gli è stato spesso preferito.  L’argentino è un ottimo centrocampista, ideale per servire le bocche da fuoco nerazzurre, ma è troppo incostante. Quando non gira lui, la mediana interista non è in grado di produrre gioco e diventa facilmente perforabile, specie se (come avvenuto a Crotone, ndr) deve fare a meno anche di Gagliardini e con un Candreva fuori condizione.

Ultima, ma probabilmente principale causa dello “stop” nerazzurro, la generale sopravvalutazione dell’organico da parte degli addetti ai lavori. Non basta riversare cifre importanti sul mercato per costruire una squadra competitiva. Bisogna avere a monte un’idea di gioco precisa e scegliere soprattutto un allenatore capace di attuarla con gli interpreti giusti. Bisogna soprattutto lasciare il tecnico lavorare in pace senza dargli pressioni né caricarlo di responsabilità eccessive. Non si può pretendere da lui la Champions se è arrivato a stagione in corso per ovviare ai disastri di De Boer, il quale a sua volta si era già trovato a gestire ad inizio campionato una squadra “pensata” e voluta da Mancini.

Ci piace con l’occasione rilevare come, una volta di più, i “soliti opinionisti” abbiano sbagliato le loro previsioni riguardo il Milan.  La rosa rossonera, secondo troppi “scarsa” e costruita “con gli scarti altrui”, si sta imponendo invece come la vera rivelazione del torneo. L’attacco milanista, “povero” e fatto con giocatori “prestati” o “low cost”, non solo ha schiantato ieri il Palermo, ma nel corso della stagione ha saputo spesso uscire a testa dal confronto con altre formazioni (Juve e non solo, ndr) “costruite per vincere”.

Adesso per Inter e Milan arriva il derby: siamo certi se lo giocheranno entrambe con la consapevolezza dei reciproci mezzi tecnici, determinati a lottare sino in fondo per la vittoria.

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