Filippo Inzaghi ha lasciato delle importanti dichiarazioni a "Sky Sport", alla tramissione "I Signori del Calcio”, che andrà in onda domani sera alle 23:15. Ecco alcuni estratti della sua intervista: "Il Milan, Berlusconi, Galliani, sono stati la mia fortuna in assoluto. Io ho fatto 15 anni lì fantastici, ho vinto tutto, mi hanno dato questa grande possibilità di allenare il Milan. Penso che quell’anno sarà l’anno fondamentale per la mia carriera da allenatore perché è stato si un anno difficile, ma lì è stato difficile per Allegri, per Mihajlovic, è stato difficile per chiunque, per cui non è che quell’anno abbia scalfito le mie convinzioni. Anzi, le ha rafforzate, perché io fino all’ultima giornata ho tenuto il gruppo. Nelle ultime tre partite abbiamo battuto anche la Roma, che lottava per andare in Champions League, per cui quello mi ha rafforzato l’idea che potesse essere questo il mestiere del mio futuro. Per cui assolutamente io sarò sempre grato al Milan e a Berlusconi".
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Inzaghi: “Berlusconi non ha avuto pazienza. Voleva vincere, ma era impossibile”
Sulla scelta di Venezia: "Il Milan mi aveva già dato tanto, mi aveva fatto comunque allenare il Milan, io ero un allenatore giovane, avevo già fatto bene negli allievi e nella primavera, per cui poteva anche non darmi questa possibilità. Io vado avanti per la mia strada, non mi piace guardare indietro. Come ho detto prima, per me è stata un’annata fortificante, sotto tutti i punti di vista, anche per le mie convinzioni. Per cui, mi sono rimesso in gioco, sapevo che se avessi trovato un ambiente giusto, che mi avesse fatto lavorare come facevo negli allievi e in primavera, mi avesse fatto lavorare nel mio staff, mi avesse dato il modo di trasmettere le mie idee e le mie convinzioni, probabilmente sarei tornato a vincere. Poi, è stato così e sono contento, ma io vado avanti per la mia strada".
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Sul suo futuro: "Quel che sarà il mio futuro vedremo ma io sono molto convinto, spero di tornare, spero di togliermi queste soddisfazioni, perché per me questo sarà un anno che ricorderò per tutta la vita; abbiamo fatto un “double”, possiamo fare un “triplete”, e sono cose che non capitano tutti i giorni. Anche perché la Lega Pro è difficile da vincere, ne vince solo una. Rispetto alla Serie B, per esempio, in cui vanno su tre squadre, la Lega Pro, se non vinci, devi fare, poi, gli spareggi e ne va su una su più di 25, poi diventa difficile. Nelle grandi squadre non c’è pazienza, ma è normale che sia così. Quello non era un Milan che poteva vincere, non avevamo uomini per vincere, però le aspettative del presidente erano quelle di vincere, ed era impossibile…però questa è una scelta sua, io non ho problemi. E chiaro che spero adesso, quando arriverò ancora lì, e spero di arrivarci, di avere la possibilità di poter lavorare, di poter esprimermi e di poter dimostrare le mie qualità, tutto qua. Altri problemi non ne vedo, sinceramente. L’obiettivo è tornare a quei livelli. Poi, è chiaro che il Milan mi ha dato tanto, però se uno pensa al futuro non si può pensare cosa ci prospetti, per cui la cosa più bella per me è poter lavorare bene. D’ora in avanti cercherò sempre degli ambienti adatti. Anche questo mi è servito da lezione; io penso che non ci siano allenatori fenomeni, anzi, non mi piacciono quelli che pensano che i loro schemi facciano vincere. Io devo avere una società forte alle spalle, devo avere una squadra forte. Poi, insieme al mio staff che, secondo me, è di grande livello, riesco a fare la differenza. Per allenare dovrò avere tutti questi presupposti, se no sto a casa, non correrò più nessun rischio. Vedremo di andare avanti come abbiamo fatto quest’anno".
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