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Inzaghi: “Milan? Ha fatto un ottimo mercato, ma serve pazienza…”

Salvatore Cantone

Filippo Inzaghi, ex giocatore e allenatore del Milan, attualmente al Venezia, ha rilasciato un'intervista alla "Gazzetta dello Sport". Le sue dichiarazioni

Filippo Inzaghi, ex giocatore e allenatore del Milan, attualmente tecnico del Venezia, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui si è soffermato anche sulla più stretta attualità rossonera. Le sue parole: "Lazio-Milan? Ammetto che domenica ero combattuto tra il mio Milan e Simone... Comunque il Milan ha fatto un ottimo mercato e quando si cambia tanto serve pazienza e in Italia ne abbiamo poca. Già leggo di allenatori a rischio: così presto? Non è giusto. Guardate il Napoli: hanno avuto pazienza e ora sono fortissimi. O la Lazio".

Sì, ma Montella?

"Gli allenatori vedono tutti i giorni i loro giocatori, lui è bravo e saprà trovare la soluzione migliore. Un allenatore bravo trova il vestito giusto per la sua squadra. Io giocherei sempre con il 4-3-3, ma per le mie idee non mando allo sbaraglio la squadra, sarei un folle".

E Simone?

«E’ felice, sereno. Gli è successo qualcosa di speciale, ma so come conosce il calcio e quanto impegno ci mette. Alla Lazio doveva arrivare il messia Bielsa, Simone rischiava, ma è stato bravo. Adesso ha tanti impegni e una rosa non ampia: deve fare un altro capolavoro».

Quante volte lo sente al giorno?

«Almeno 2-3 volte, spesso parliamo di calcio ma anche dei miei nipoti, dai...».

Tacopina continua a parlare di Venezia in Europa: esagerato?

«Il presidente ha detto che un giorno vorrà la A e l’Europa. Giusto, ma l’ambizione deve correre a pari con la realtà».

Lei spesso sottolinea i valori e gli investimenti degli avversari, come faceva Conte: una strategia per esaltare i vostri meriti?

«Per motivare e tenere alta la tensione carico così la squadra. Siamo stati promossi con largo anticipo proprio per questo».

Quest’anno è giusto sottolineare i valori dei rivali, ma in C...

«L’anno scorso mi riferivo solo al Parma, ora è un campionato tosto, ma sono contento di quello che ha fatto la società».

A proposito di Conte: anche lei è un bel martello...

«Il vero martello era Gigi Cagni, il primo allenatore che ho avuto a Piacenza...».

Lei non è un rompiscatole?

«Ero così quando giocavo e sono così adesso».

Le soddisfazioni non mancano.

«La promozione, o una vittoria come quella di Bari, non hanno eguali. Certo sacrifici servono, anche perché faccio un lavoro stupendo e mi pagano pure».

In cosa fa sbuffare i suoi?

«Forse con i video... Ma 10 minuti al giorno, per studiare gli avversari e i nostri allenamenti, ci vogliono. Quando giocavo io non li guardavamo, ma una squadra con Sheva e Kakà e gli altri non ne aveva bisogno!».

Ma come fa un ex grande attaccante a organizzare così bene una difesa?

"Mi aiuta molto Maurizio D’Angelo, il mio secondo, era il leader del Chievo di Delneri. Abbiamo anche giocato contro, e gli ho fatto gol... Anche l’anno scorso avevamo la miglior difesa e una squadra che non prende gol ha solo vantaggi. Noi abbiamo difensori fisicamente forti e attaccanti che aiutano in fase di non possesso. E quando avremo tutti a disposizione...».

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