Ogni giocatore ha la sua squadra avversaria preferita, quella contro la quale tutto riesce alla perfezione, come se ci fosse qualche magia a permetterlo: Manuel Locatelli, classe 1998, quando vede il bianconero della Juventus si esalta, come se quei colori scatenassero l'energia interiore che è in lui. La Gazzetta dello Sport in edicola oggi elenca 5 indizi di questa bella sindrome per il rossonero: il primo indizio è stata la prima finale giocata da Manuel, nel lontano 2012, quando i rossoneri allenati da Walter De Vecchi sconfissero 4-0 la Juventus, con l'allenatore che tesse le lodi di quel giovane (allora) 14enne che impara in fretta, "vede una cosa e la sa subito fare". Secondo indizio: il destro bomba ad incrociare che ha trafitto Buffon nel match d'andata, dopo due palloni persi che potevano costare caro al Milan. Terzo: la Juventus è stata la squadra sconfitta da Locatelli in occasione del primo trofeo da professionista, quella Supercoppa che rimarra alla storia. Poi, quarto indizio: il primo rosso in carriera, arrivato in Coppa Italia contro i bianconeri per un eccesso di foga, quando il Milan aveva iniziato la rimonta e lui voleva dare un surplus di energia ai compagni, andando però fuori giri. Errori di gioventù. Quinto, il prossimo match, che probabilmente comincerà in panchina.
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Juventus, Locatelli si accende: quante prime volte!
Quando vede bianconero, a Locatelli scatta la scintilla: al quarto episodio stagionale della saga Juve-Milan, Manuel partirà dalla panchina, ma che impatto!
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