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Kakà, lo scopritore Paolillo: “Diventerà un grande dirigente”

Ricardo Kakà San Siro Milan
L'agente FIFA e primo a rimanere impressionato da Kakà è tornato a parlare del brasiliano, soffermandosi sul suo possibile futuro da dirigente

Salvatore Cantone

Gaetano Paolillo, scopritore di Ricardo Kakà, intervistato da tuttomercatoweb ha parlato dell'ormai ex giocatore, soffermandosi sul suo possibile futuro da dirigente: Kakà? "Per me è come un figlio, un fratello. E sono felice che abbia coronato il suo sogno. Anche recentemente, prima di andare a Casa Milan, è stato a cena da me".

Possiamo definire il passaggio di Kakà al Milan l'operazione di mercato che la rende maggiormente orgoglioso?

"Sicuramente Kakà ha rappresentato per me la cosa più importante, professionalmente parlando. Con suo padre ho condiviso tutte le iniziative, i rinnovi e la gestione del ragazzo. Al Milan ho portato tanti altri giocatori, così come all'Inter ma è chiaro che Ricky abbia rappresentato molto e ti senti partecipe di quello che ha ottenuto in carriera. Salire sull'aereo con lui che va a ritirare il pallone d'oro è una grandissima soddisfazione".

Ha un aneddoto da raccontarci?

"Quando avevo fatto la relazione per il Milan su Kakà scrissi: questo giocatore può vestire solo due maglie, una è quella del Milan e l'altra del Real Madrid. E quando andammo a Madrid per il trasferimento di Kakà al Real tirai fuori il biglietto e lo feci vedere a Galliani e al papà di Ricky. Possiamo dire che ci avevo azzeccato".

Crede che Kakà possa diventare un grande dirigente?

"Lui ha detto che per essere un grande dirigente non basta esser stato un grande giocatore. Questo è un gesto di umiltà da parte sua. Ricky ha intelligenza, cultura, sensibilità, umiltà, conosce il calcio come pochi, non gli scappa niente. Anche come persona io sono convinto che si preparerà bene perché quello che vuole fare lo farà sempre al meglio facendosi trovare pronto. Anche il discorso del corso d'allenatore lo fa per capire di cosa si parla, cosa studiare, per assimilare nuove conoscenze. A mio avviso sarà non un grande, ma un grandissimo dirigente, perché oltre alle qualità abbina lo spessore umano, l'umiltà e soprattutto la serietà".

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