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Kalinic, ancora problemi: pochi palloni toccati e tanti errori

Nikola Kalinic in Sassuolo-Milan, foto @acmilan
Nikola Kalinic ancora deludente, contro il Sassuolo si è mosso poco ed è stato servito ancora meno. Il croato deve sbloccarsi per diventare l'arma in più di Vincenzo Montella

Redazione

di Valerio Paini

Vittoria importante per un Milan che aveva bisogno di regalarsi una serata di soddisfazioni e riprendere la corsa verso gli obiettivi stagionali dopo essersi perso spesso e volentieri in questo scorcio di stagione. In una partita con molti spunti positivi, a disattendere c'è stato Nikola Kalinic, uomo di fiducia del tecnico Vincenzo Montella, che però ha deluso ancora una volta.

La sua prestazione contro i neroverdi di mister Bucchi è stata al di sotto delle aspettative: poco movimento se non per dettare la profondità, quasi più per confondere la difesa avversaria e aprire gli spazi alla ricezione dei trequartisti rossoneri Suso e Çalhanoğlu piuttosto che per dettare un passaggio che effettivamente, dalle sue parti, non è mai arrivato vista la poca assistenza ricevuta dai compagni. E per un calciatore che è stato acquistato per fluidificare e aiutare il gioco d'attacco, la sua poca predisposizione a venire incontro al pallone e a giocare sponde per i compagni ha fatto sì che il gioco non passasse quasi mai per i suoi piedi, contraddizione sin troppo evidente con lo scopo del suo acquisto da parte della dirigenza rossonera e con le caratteristiche dello stesso attaccante apparso sotto tono nel mostrare, o sarebbe meglio dire nel non mostrare, le sue qualità più peculiari.

Per capire e farsi un'idea di ciò basta guardare a due dati sin troppo eloquenti: 22 palloni toccati in 90 minuti giocati e un solo tiro in porta, il colpo di testa sul quale il portiere Consigli si è sicuramente superato ma dove il croato aveva il compito, seppur difficile, di realizzare comunque. Sin qui i soli 3 gol messi a segno a fronte delle 10 partite giocate in campionato, non giustificano i 25 milioni spesi per comprarlo dalla Fiorentina.

L'importanza del giocatore però è indubbia e il suo miglioramento porterebbe a una consistente crescita di tutto il Milan che, nel gioco ragionato e veloce che vorrebbe Vincenzo Montella per il suo 3-4-2-1, avrebbe come sfogo naturale proprio il croato, il quale ha già dimostrato di poter funzionare in contesti tattici simili e di poter segnare tanto sia in Serie A che nelle competizione europee.

Non resta che aspettarsi un suo ritorno ad alti livelli, con la concreta possibilità che un suo sbloccarsi possa rappresentare poi per il Milan un'arma in più e far sì che i rossoneri possano iniziare la loro rincorsa verso la Champions League.

 

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