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Kessie : “Voglio fare la storia di questo Milan”

Franck Kessié Milan
L'ivoriano Franck Kessié ha convinto Vincenzo Montella e tutti i suoi tifosi: “Giocare a San Siro è un piacere, sapevo di fare la scelta giusta venendo qui”

Daniele Triolo

La partita contro il FC Shkëndija, vinta per 6-0 dai rossoneri, ha messo in luce André Silva e consentito a Riccardo Montolivo di prendersi, per una sera, la ribalta sul palcoscenico milanista ma, soprattutto, confermato a tutti, tifosi ed addetti ai lavori, come il centrocampista ivoriano Franck Kessié sia già una certezza di questo Milan.

Il quotidiano 'Repubblica' gli ha dedicato, nella sua edizione mattutina, un bell'approfondimento nel quale ha sottolineato come Kessié, nonostante i 21 anni di età, giochi già come un veterano e come gli siano bastate una manciata di partite, tra amichevoli contro Borussia Dortmund e Bayern Monaco e gare ufficiali contro CSU Craiova e, per l'appunto, i macedoni del FC Shkëndija, per guadagnarsi i galloni di titolare fisso e l'etichetta di colonna del centrocampo.

Centrocampista moderno, Kessié, che coniuga tecnica, tattica e tanto, tanto fisico. Inoltre, ha scoperto quanto è bello giocare a San Siro: “È un piacere giocare qui: sono felicissimo, è la scelta giusta”, ha dichiarato di recente. Giusta, ma senza dubbio non era scontata, giacché lo volevano anche Roma (che aveva già strappato un accordo con l'Atalanta), Inter, Juventus e Chelsea. Lui ha avuto il coraggio di accettare il Milan post berlusconiano, aprendo la strada agli arrivi di Andrea Conti, Leonardo Bonucci e Lucas Biglia, per citarne alcuni.

“C’è una storia straordinaria. Io voglio fare quella del nuovo Milan”, ha sottolineato ancora Kessié che, secondo il suo procuratore, il camerunense George Atangana, ha tanta fame di vincere. Una bella storia, quella del nuovo giocatore rossonero: nel suo Paese, la Costa d'Avorio ha lasciato la madre e i fratelli, due femmine e tre maschi, per inseguire il sogno di giocare nel calcio professionistico. “Giocava ad Abidjan le sfide tra quartieri sui campi polverosi. Poi finì alla Stella Adjamé – ha ricordato il suo agente -. Entra a 20’ dalla fine e mi volto verso il mio vicino: ma questo chi è? Da pilastro dell’Under 17 fece il Mondiale ad Abu Dhabi e capii che era pronto per il salto. L’Atalanta aveva il posto per l’extracomunitario e mi ascoltò”.

Portato a Bergamo, si è imposto a Cesena, in Serie B, giocando in prestito per una stagione e poi è esploso al suo ritorno in maglia nerazzurra. Ogni volta che segna festeggia il gol con il saluto militare per ricordare il padre poliziotto, perso quando era bambino. Il suo numero era il 19: data del suo compleanno, del suo arrivo in Italia e della scomparsa del papà. “Il Milan glielo aveva accordato, salvo comunicargli alla vigilia della tournée cinese che era di Bonucci – ha ricordato infine 'Repubblica' -. Quando Franck trovò il 14 nello spogliatoio, prima della partita col Dortmund, fece dietro-front. Il via libera gliel’ha dato la madre: «Non ti preoccupare, hai già onorato abbastanza la memoria di papà». Il successivo chiarimento con Bonucci, cui ha lasciato il 19 virando sul 79, conferma che l’orgoglio non gli manca, ma neppure la saggezza. Tra le sue passioni non figurano le auto sportive, né la PlayStation, ma lo Zouglou, la musica popolare ivoriana”.

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