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La Curva Sud è con Gattuso, ma lui si assume le colpe

Gattuso Milan
Gennaro Gattuso si ritiene artefice principale del disastroso momento rossonero. Feroce contestazione dei tifosi ieri a San Siro

Daniele Triolo

La pazienza dei tifosi rossoneri è ufficialmente finita, secondo 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola, al minuto 27 della ripresa di Milan-Atalanta, di Gian Piero Gasperini: la Curva Sud, dopo aver inizialmente sostenuto la squadra di Gennaro Gattuso, ha cominciato a contestare il Milan ed i suoi giocatori.

“C'avete rotto il c...o” e “Gattuso rompigli il c..o” i cori più gettonati. Il tecnico calabrese, probabilmente, ha evidenziato ancora la 'rosea', per il momento non lo farà, perché oggi e domani la squadra tornerà al lavoro in vista dell'importantissimo derby di Coppa Italia, in programma mercoledì 27, e valevole per la qualificazione alle semifinali del trofeo nazionale.

La società ci ha messo la faccia dinanzi l'ennesimo k.o. stagionale: il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli ha difeso i giocatori, il progetto (“Abbiamo bisogno di tanto tempo e di lavoro”), e l'allenatore (“Gattuso è un grande uomo ed un grande tecnico, ha idee importanti”, ma, a fine gara, dopo un'ora di ritardo circa rispetto il previsto, è stato lo stesso Gattuso ad assumersi le responsabilità del disastro, dopo aver assistito al giro di scuse dei suoi giocatori (Ignazio Abate, Patrick Cutrone, Leonardo Bonucci) sotto una Curva Sud palesemente furiosa.

“, che faccio le scelte, senza alcuna pressione”, le parole di Gattuso, riportate oggi da 'La Gazzetta dello Sport'. “Le dimissioni? Se pensassi che il problema sono io, se i vedessi che i giocatori non mi seguono. No, non le darò mai. Ma qualsiasi scelta verrà fatta dal club per me non ci sarà nessun problema. Di certo non voglio essere un peso”. Ed ancora Gattuso: “Non voglio passare per matto, ma ho visto anche tante cose positive. Però mi rendo conto: a chi viene a vederci sembra che siamo una banda musicale, mancano solo gli strumenti. Eppure in settimana non succede. Siamo fragili, ma questa fragilità non è arrivata quando sono arrivato io”.

Stoccata, dunque, al suo predecessore Vincenzo Montella. “L'ho sottovalutata, pensavo fosse più facile mettervi mano – il commento di 'Ringhio' -. Dobbiamo diventare squadra e non piangerci addosso. Tanti ragazzi sembravano avere un peso enorme. Dopo lo svantaggio il campo sembrava in salita, nei momenti di difficoltà non riusciamo a reagire. Non si può pensare di continuare la stagione in questo modo: . Derby? Ci giochiamo tanto, dobbiamo vincerlo”.

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