di (Valerio Paini)
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La rimonta di Montolivo e Locatelli: i centrocampisti scalano le gerarchie
Nella prestazione in chiaroscuro fornita dai rossoneri al San Paolo, sono pochi gli spunti positivi ai quali aggrapparsi per ripartire e affrontare l'ultima parte del girone di andata, decisiva visto il livello degli avversari che verranno, e la qualificazione ai sedicesimi di Europa League, uno di questi è sicuramente il dato sul possesso palla che stupisce e sorprende visto che ad opporsi c'era il Napoli che, generalmente, ha statistiche formidabili in questo fondamentale.
Meriti vanno sicuramente al cuore del centrocampo rossonero che, in occasione della partita di sabato sera, era formato, nella sua zona nevralgica, da uomini della vecchia guardia: Riccardo Montolivo e Manuel Locatelli.
Per il giovane di Lecco è stata una partita difficile, condizionata dalla posizione tenuta in campo: nel modulo fluido previsto da Vincenzo Montella infatti la sua posizione da mezzala con compiti di inserimento e sostegno all'attacco, un po' il lavoro che solitamente svolgono Bonaventura o Çalhanoğlu, l'ha penalizzato viste le caratteristiche fisiche e tecniche del giocatore che, per via della sua stazza leggera e del suo passo lento, è apparso in imbarazzo di fronte ad avversari così preparati; meglio quando ha arretrato il suo raggio d'azione per consolidare il possesso palla mostrandosi ancora una volta come un mediano con piedi e intelligenza tattica non comuni in un diciannovenne.
Meglio di lui ha fatto Riccardo Montolivo che è risultato il migliore in campo: prestazione di livello, mai in difficoltà di fronte alla pressione avversaria, ha gestito ogni possesso con acutezza ed eleganza smistando con precisione, anche nel lungo, con aperture illuminanti quasi mai sfruttate dagli esterni. E la sua sembra una rinascita inattesa e incredibile viste le premesse, e che fa ben sperare: nonostante l'età (32 anni), la perdita della fascia di capitano e la competizione dei nuovi (Biglia) e dei giovani (Locatelli) che sembravano potessero escluderlo definitivamente, la sua caparbietà gli ha aperto le porte a possibilità insperate: ottimo come regista, migliore rispetto anche agli anni scorsi, abile e prolifico anche quando è stato utilizzato come mezzala con compiti da regista avanzato e di sostegno alla manovra offensiva (per lui già 3 gol nelle 8 partite disputate, come non succedeva dalla stagione 2013/2014 quando realizzò appunto 3 gol in 35 apparizioni, condite anche da 6 assist). Nonostante dunque l'arrivo di nuovi e promettenti giocatori, loro due possono dare un contributo non indifferente viste le difficoltà di squadra nel risorgere e dei singoli nell'ambientarsi e sbloccarsi. Sicuramente le prossime partite diranno molto della loro crescita e di tutto il Milan.
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