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Un inizio di stagione giocato ad alto livello, da quel Milan-Sassuolo che segnò l'ultima partita di Montolivo prima dell'infortunio e contemporaneamente la sua affermazione. Ottima annata per Manuel Locatelli, giovane regista rossonero classe 1998, che dopo quella sfida, condita anche da un suo gol, è stato catapultato nella realtà rossonera come un bambino nel negozio di giocattoli.
Il gol capolavoro contro la Juventus, le prestazioni di alto livello, non soltanto nelle geometrie davanti alla difesa ma anche nell'intensità, legna e magìe, per un Milan che aveva bisogno di un nuovo trascinatore. Tutto bene fino a dicembre, con il Milan vincente a Doha e risultati in campo che lasciavano sperare in una seconda parte di stagione di alto livello. Ma il calo generale della squadra, oltre che i tanti infortuni, hanno investito anche il giovane Manuel che, dopo aver tirato la carretta per buona parte della stagione, da febbraio in poi è sembrato non essere più brillante come ad inizio anno. E non si può gettare la croce su di un giocatore di diciannove anni, al primo anno da titolare in un Milan lontano parente del vecchio Milan vincente e convincente. Per questo Montella ha reagito di conseguenza, inventando Sosa in quel ruolo e dando a Locatelli quel riposo necessario come l'aria per chi è sott'acqua da troppo tempo. E' questo il percorso di crescita, fatto di gioie e di dolori, di cadute e risalite. Manuel lo sa e si allena a testa basta, consapevole che il suo momento arriverà.
Paradossalmente, il rientro in campo dopo sette mesi di capitan Montolivo, ha ristretto ancora di più lo spazio del giovane lecchese, tanto che ora si ritrova come terza scelta per il ruolo di fulcro centrale del gioco rossonero. Ma Manuel non demorde, non è il tipo. Si suda e si lotta, d'altronde le delusioni fortificano: mettiamola così, il Loca ora sta studiando per superare l'esame di maturità... quella del campo e della maglia rossonera, che pesa e non poco.
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