Secondo l'edizione odierna del quotidiano 'Repubblica' la grande partita della nuova dirigenza cinese del Milan si gioca tutta sul rifinanziamento del debito con il fondo statunitense Elliott e, pertanto, si tratterebbe di “un'implicita ammissione della resa di Yonghong Li”.
archivio2017
L’opinione – “Milan, il rifinanziamento del debito è segno della resa di Yonghong Li”
Piuttosto catastrofico lo scenario dipinto, dove il mese di ottobre 2018, termine ultimo per la restituzione del prestito al fondo di Paul Singer, viene definito come “una montagna da 400 milioni di euro tra rimborso a Elliott, impennata del monte ingaggi ed effetti contabili del mercato”. Ma non è tutto, perché, per 'Repubblica', “anche il bilancio gennaio/giugno 2017 non sarà una passeggiata, considerato che non è stato versato tutto l’aumento di capitale deliberato a maggio per ripianare le perdite del 2016. Con queste premesse l’imperativo è allontanare nel tempo la restituzione del debito negoziando nuovi termini con soggetti diversi da Elliott”.
Il Milan, per questo, sarebbe in contatto con diversi istituti bancari e fondi ma non sarebbe di certo una trattativa agevole. “Lo schema - ha insistito 'Repubblica' - potrebbe prevedere interessi più bassi a fronte di un periodo di finanziamento più lungo (ad esempio, cinque anni): quindi, a conti fatti, nell’arco temporale la somma di interessi effettivamente pagata non sarebbe inferiore. E il totale del nuovo debito potrebbe aumentare oltre gli attuali 303 milioni, finendo per comprendere anche parte del disavanzo legato al maxi-mercato che fino a questo momento non ha prodotto i risultati sperati”. L'auspicio è che quanto qui sopra elencato non si verifichi.
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