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Maldini: “Donnarumma? Io ho sempre voluto restare al Milan”

Paolo Maldini Milan
Maldini ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato non solo di Gigio, ma anche del mercato, della nuova dirigenza e di tanto altro.

Stefano Bressi

Prima che si arrivasse al closing, Marco Fassone aveva in mente di offrire un ruolo importante a un grande ex rossonero e il primo pensiero è caduto ovviamente su Paolo Maldini, grande capitano che fino a quel momento non aveva mai avuto spazio in società. L'eterno numero 3, però, ha rifiutato non convinto del progetto. Adesso con l'insediamento della nuova dirigenza ha parzialmente cambiato idea, come racconta a calciomercato.com. Maldini ha parlato anche di Gianluigi Donnarumma e di tanto altro in orbita Milan e non solo. Ecco le sue parole.

Sul Milan: "I segnali sono incoraggianti, mi sembra. Vediamo come prosegue il mercato, vediamo quale futuro aspetta la squadra. Di Milan, però, è meglio che parli poco".

Sul ritorno sfumato: "Ovviamente meglio parli poco anche di questo. Se ne sono dette di tutti i colori, lasciamo perdere".

Su Donnarumma: "Lo conosco da quando era poco più che un bambino. Giocava con mio figlio prima che si rompesse i legamenti di entrambe le ginocchia e dovesse prendere altre strade. Già a dodici anni pensavi non fosse normale".

Sul fisico di Gigio: "Non aveva solo quello: tecnica, sicurezza, personalità. Già tutte le qualità che vediamo ora. Mihajlovic ha capito subito di avere in mano un fenomeno. Voleva mandarlo in campo già a inizio stagione. Io gli dicevo che ha sedici anni non è facile esordire in Serie A. Io ci sono passato e non mi sentivo così sicuro... Ha atteso due partite e l'ha buttato dentro".

Su consigli a Donnarumma: "Sono pazzo di lui, ma da un po' non vado a Milanello e non ho potuto dirgli nulla. Gli avrei solo detto di restare quello che è e di non farsi spaventare da niente. Ora lo stanno mettendo in difficoltà, con la storia del contratto e del futuro".

Cosa gli consiglierebbe: "Gli direi di scegliere in libertà ciò che ritiene meglio per sé, ciò che pensa possa farlo sentire bene. Nel caso ne sia convinto, rimanga al Milan. Però dovrà mettersi alle spalle ciò che ora stanno dicendo di lui: parlano di bandiera, gli danno del traditore... Niente di tutto ciò. Speriamo non incida sul suo rendimento, perché ha diciotto anni".

Il consiglio migliore al debutto: "Avevo la fortuna di avere un allenatore come Liedholm. Mi disse: vai e divertiti. Mi chiese se volessi giocare a destra o a sinistra. Lo guardai un po' così e gli dissi di scegliere lui. Con un tecnico del genere era tutto facile".

Se è stato vicino a lasciare il Milan come Gigio: "Non da giovanissimo, ma quando era avanti con gli anni l'occasione si è presentata. Per cambiare squadra devono esserci tre componenti: un club che ti vuole, la tua società pronta a cederti, il tuo desiderio di andartene. Per quanto mi riguarda c'era la prima condizione, non so se ci fosse la seconda, ma la terza non c'è mai stata. Ho sempre scelto di restare io".

Sull'Under 21: "Una squadra fortissima, forse la migliore degli ultimi vent'anni, come dice Di Biagio. Non ha solo il portiere, ci sono tanti talenti. Alcuni ancora non si sono espressi come potrebbero, tipo Berardi e Rugani. Possiamo vincere il titolo, non ho dubbi".

Sul gruppo giovane per i Mondiali: "Sono convinto possa entrare a far parte in pianta stabile della Nazionale maggiore per i Mondiali. Un po' come accadde alla mia Under 21 che nel 1986 andò vicina alla conquista del campionato europeo. Due anni dopo Vicini era diventato ct e molti di noi si ritrovarono assieme nella selezione maggiore all'Europeo in Germania".

Su Buffon ct: "Non lo so proprio, certo è comodo fare il ct e non allenare le squadre di club... Ha anche spiegato che tra un anno potrebbe continuare a giocare, nel caso vincesse la Champions: me lo aspettavo".

Se è difficile lasciare il calcio: "Per me non lo è stato, forse anche perché le condizioni fisiche non erano ideali. Avevo dolori ovunque, ero in campo da quando avevo sedici anni, arrivato a 41 ho visto il ritiro come un passaggio naturale".

Sulla Nazionale: "Sta nascendo qualcosa di bello, una squadra forte, con tanto talento e giovani di valore che potranno crescere".

Un calciatore italiano che lo intriga: "Verratti è straordinario, ha qualità che apprezzo tantissimo e penso che sia destinato a migliorare se andrà via da Parigi e proverà una nuova esperienza. Il Barcellona per uno come lui sarebbe l'ideale, e viceversa".

Su Spagna-Italia: "Penso proprio che possiamo vincere. Sarebbe davvero importante, anche perché poi qualificarsi attraverso il play-off potrebbe diventare estremamente pericoloso. Sono due partite, non puoi sbagliare e rischi di trovare un avversario complicatissimo".

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