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Maldini: “Futuro? Sicuramente non ci sarà il Milan. Sulla Champions di Atene…”

Paolo Maldini Milan
Maldini, ex capitano del Milan e della Nazionale, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla trasmissione "Mi Casa", in onda su Radio 105. Ecco le sue parole

Salvatore Cantone

Paolo Maldini, ex capitano del Milan, con il quale ha disputato 647 presenze, oltre a vincere tutto quello che c'era da vincere in campo nazionale e internazionale, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla trasmissione "Mi Casa", in onda su Radio 105. Ecco le sue parole: "Puntata da Fazio? Sono andato un po' agitato, è da tempo che me lo chiedeva e quindi mi sono detto di andare. Alla fine mi è piaciuto, mi sono divertito".

Sul suo passato: "Non mi capita di vedere video del passato che riguardano me, anche se a volte capita su Instagram di rivedere qualcosa. Ho il vantaggio di aver fatto pochi gol... (ride, ndr)".

Sulla sua carriera: "Ci pensavo da Fazio: l'entusiasmo delle gente e il rispetto che mi viene dato, mi colpisce ancora: ci sono  persone che mi chiedono foto e autografi e questo mi fa impressione. Alla fine abbiamo semplicemente giocato al calcio, ma siamo stati fonte di ispirazione per tanti ragazzi, e questo l'ho scoperto con il tempo".

Sulla musica: "Ascolto molto la musica: ha fatto sempre parte della mia vita e continuerà ad essere cosi. Tutto è nato da mio padre, che aveva un cd di Barry White, ma devo dire che mi piace anche la musica house, essendo stato due anni ad Ibiza".

Sui suoi figli: "Ho cercato di proteggerli, anche se allo stesso tempo ho voluto farli partecipare alle cose belle che mi sono capitate nella mia carriera. Dal punto di vista calcistico, essere figlio e nipote di Paolo e Cesare Maldini è molto pesante, ma mi sembra che abbiano superato bene la cosa. Daniel? E' forte, ma anche Cristian, anche se si è rotto due volte il crociato, quindi sicuramente è stato sfortunato. Daniel è attaccante, quindi fa più gol".

Sulla sua vita attuale: "Sono felice di quello che sto facendo, visto che ho deciso di prendere del tempo per me stesso, e credo che sia un privilegio impagabile, visto che facendo il calciatore il tempo a disposizione era poco. Mi continuano a far male le ginocchia, sono usurate (ride, ndr). Per il resto, sto bene fisicamente, anche se questo problema non mi permette di far sport: questo mi fa male. Come mi chiamano per strada? Dipende dall'età, a volte mi vedono ancora un calciatore e quindi mi danno del tu".

Sulla sua leadership nel Milan del passato: "Bisogna parlare poco, ma dire le cose giuste. Io ho avuto come capitano Baresi, che parlava meno di me, ma il suo esempio era in campo".

Il momento più bello della sua carriera: "Perchè ho detto l'esordio? Innanzitutto perchè ho esordito a 16 anni,  e perchè da quel momento ho capito di potercela fare."

Sulla finale di Champions e sul mondo del calcio: "La vita degli sportivi è questa: se non vinci non sei nessuno. Se vinci ripetutamente, come nel caso della Juventus, diventa quasi scontato, e quindi si insegue sempre l'obiettivo più grande. Nel primo tempo la Juventus ha giocato meglio del Real, ma gli spagnoli hanno una qualità enorme e diventa inaccettabile mettere in discussione quello che ha fatto la Juventus. Si fa fatica ad accettare il risultato sportivo, e non è giusto che per una sconfitta bisogna essere insultati. La sconfitta è dura: quella di Instanbul è tremenda, non ho dormito per molte notti".

Sui suoi avversari: "I nomi sono quelli: Maradona del Napoli, Ronaldo dell'Inter e Platini della Juventus, che mi ricordo che mi fece un numero pazzesco. Con Maradona ero alla Hall of Fame e ho rivisto alcuni nostri match: gli ho fatto due entrate davvero dure... gli ho chiesto scusa. Cristiano Ronaldo? Ci ho giocato contro nel 2007, in una semifinale di Champions. Ronaldinho? Forse tecnicamente è il giocatore più forte che abbia mai visto".

Su Vieri: "Quando l'affrontavo da avversario? Mi ha rotto il naso e mi ha mandato all'ospedale. Mi ricordo che mi venne a trovare con ancora la maglia da calcio addosso".

Sui suoi ricordi: "Dell'ultima Champions non ricordo nulla: sono arrivato in condizione pessime, ed è stato un azzardo incredibile farmi giocare. Subito dopo mi operai al ginocchio, e ricordo che chiesi se avevamo vinto o perso..."

Su Buffon: "Buffon è stato il migliore della storia"-

Sugli allenatori: "La mia fortuna è stato di averli nella successione giusta. Sacchi ha cambiato la maniera di allenarsi e di giocare, mentre Capello mi ha detto che dovevo essere il migliore, e quindi da lì è arrivata un po' di consapevolezza. Papà allenatore? E' stata dura, ho sempre sperato di non averlo come tecnico: c'è stato parecchio stress, anche se adesso dico è stata una benedizione. Litigio con Capello? E' stato lui a fare il primo passo dopo quel litigio..."

Sulla Curva Sud: "E' stata una sorpresa per quell'ultima partita: a volte ci si dimentica che c'erano tante persone che mi hanno celebrato in maniera fantastica. In ogni caso, non sono stato vicino a quel tipo di calcio, visto che ho avuto degli scontri con loro. Non ho mai accettato di dare qualcosa per avere qualche favore in cambio. All'inizio mi ha dato fastidio, ma poi ripensandoci, è stata la chiusura perfetta..."

Sul ruolo di allenatore: "Non ho mai voluto farlo. Avrei dovuto fare esperienza, iniziare nuovo a girare... non mi va"

Sul futuro: "Niente Milan a settembre? Poco, ma sicuro..."

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