L'ex capitano del Milan, Paolo Maldini, in collegamento da Piazza Duomo per SkySport, ha parlato del club rossonero e del suo rifiuto alla nuova società ad ottobre: "Ho già preso la decisione, sinceramente penso sia stata giusta e ponderata. Parliamo di ottobre, il closing si è fatto un mese fa. Rimangono i concetti e i dubbi, anche se resta l'amore per questa squadra, così come la tristezza per la fine dell'era Berlusconi, che ha portato i tifosi e i giocatori a vivere esperienze incredibili. Spero che il Milan torni a livelli accettabili. C'è stato un incontro, ma non è andato a buon fine. Non sono ingombrante, ho avuto la fortuna di poter sempre esprimere ciò che ho pensato, senza essere legato a nulla che potesse farmi cambiare idea. Questa cosa nella mia carriera mi ha dato più soddisfazione delle vittorie".
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Maldini: “Ritorno in società? Ripeto il mio no: ho dubbi nonostante il closing”
Sulle bandiere 'scomode' come Totti: "In alcuni casi siamo ingombranti. A fine carriera il progetto di futuro deve coincidere con quello della società, ma non succede sempre. Io non ho avuto questo problema, perchè sono stato titolare fino all'ultima gara, a Firenze, e sono stato protagonista. Prima o poi bisogna prepararsi a quel giorno, non si può andare avanti ad oltranza. Non avrei mai accettato di andare in panchina. Mi successe una volta, nel derby, con Ancelotti".
Sul confronto tra la sua difesa e quella della Juve: "Devo per forza scegliere i miei. Non perchè sono miei amici, ho grande rispetto per i difensori della Juventus, ma quei giocatori hanno fatto per oltre 20 anni le fortune del Milan, come stanno facendo quelli della Juve. Per quanto ho visto, Buffon è il portiere più forte di sempre. La Juve è la squadra che si difende meglio in Europa. Un grande problema delle big d'Europa e delle Nazionali è proprio la difesa".
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