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Il tempo è galantuomo, perché restituisce ciò che ci si merita. Anche se ciò che si è perso, a volte, non torna più. Ne sa qualcosa Rolando Mandragora, che per colpa di un infortunio ha dovuto fare molte rinunce nel corso dell'ultimo anno, sicuramente molto complicato. Oggi il centrocampista è felice, dopo aver superato tutto, ma ovviamente resta un po' di amaro in bocca. Qualche soddisfazione, però, c'è: la fascia da capitano nell'Italia Under 21, per esempio. Stasera affronterà la Slovenia in amichevole, mentre a Napoli si festeggerà il matrimonio della sorella Simona: "Mi dispiace tantissimo non esserci, so che sarà un giorno speciale. Il mio cuore sarà lì con loro, ma un pezzo devo tenerlo qui per la Nazionale". Ecco le parole rilasciate a "La Gazzetta dello Sport".
Le sue sensazioni: "Ci sono aspettative alte, non c'è dubbio. Dobbiamo lavorare molto per arrivare pronti all'Europeo in casa dove cercheremo di andare più avanti possibile".
Sulle differenze rispetto a due anni fa: "Ogni squadra ha aspettative e qualità diverse. Due anni fa avevamo ottimi giocatori, proprio come ora. Bisogna lavorare con il massimo dell'impegno. L'augurio è rimanere tra le migliori quattro d'Europa, o magari fare meglio".
Sul ruolo da capitano: "È un grandissimo onore essere capitano della Nazionale, a qualsiasi livello. Mi responsabilizza e mi spinge a far meglio. L'esperienza al Mondiale è stata fantastica, ma il mio obiettivo era l'Europeo".
Sulla sfortuna: "È difficile per un calciatore stare lontano dal campo, soprattutto vedendo sfumare ciò che ti sei conquistato con il lavoro. Ho perso l'Europeo, ripagato in parte con il bronzo Mondiale. Ma anche le ultime gare della promozione in A col Pescara e poi il ritiro con la Juve. Magari poi sarei andato in prestito, ma intanto avrei potuto fare la preparazione e mettermi in mostra. Invece sono tornato a marzo, nel momento più delicato e con la squadra in corsa per tre titoli".
Su cosa l'ha colpito del mondo Juve: "Allenarsi con Buffon, Barzagli e Bonucci, avere a che fare con la loro leadership nello spogliatoio, è un'esperienza unica che tutti i giovani dovrebbero fare, non solo italiani".
Se ha rubato segreti ai campioni: "Quando ti alleni con così tanti campioni bisogna imparare e rubare segreti un po' a tutti. Penso soprattutto a quelli del mio ruolo: Pjanic, Khedira, Marchisio. Straordinari, con caratteristiche diverse".
A chi dice particolarmente grazie: "Quello che mi ha aiutato di più emotivamente quando sono stato fuori è Bonucci. Mi è stato davvero tanto vicino e se proprio devo fare un ringraziamento speciale, lo faccio a lui".
Sul Crotone: "Mi auguro possa essere la stagione della mia consacrazione in Serie A. Col Genoa ho fatto solo 5 presenze da giovanissimo, a Pescara ho vinto la B. Ora devo fare bene con il Crotone, in A. L'anno scorso hanno fatto un'impresa unica, l'obiettivo resta la salvezza, facendo più punti possibile e il prima possibile".
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