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Mati Fernandez e Honda, desaparecidos in quel di Milanello

Redazione

Honda e Mati Fernandez sono sempre ormai più ai margini della rosa di Montella, che non li sta mai utilizzando. Andiamo ad analizzare la loro stagione

Mati Fernandez e Honda, desaparecidos in quel di Milanello. Entrambi scomparsi dai radar di Montella, vivono un presente anonimo e con un futuro con ogni probabilità lontano da Milanello. Trequartista o all'occorrenza esterno offensivo il primo, centrocampista o mezzala di qualità il secondo: Keisuke Honda e Mati Fernandez che hanno due storie diverse con la maglia del Milan, casacca che probabilmente si sfileranno di dosso una volta terminata la stagione. Montella dopo aver concesso loro qualche scampolo di gara, sembra sempre più convinto a non puntare su di loro. Infatti, anche in un momento delicato come è stato l’ultimo periodo, dove squalifiche e infortuni hanno decimato la rosa del Milan nei reparti di centrocampo e attacco, il tecnico campano ha trovato soluzioni alternative piuttosto che dare una nuova chance ai due, che insieme in totale non arrivano a quota 200’ giocati. Honda, giunto in rossonero a gennaio 2014, potrebbe lasciare il Milan dopo tre anni e mezzo. Dopo aver convinto gli altri allenatori che ha avuto, non ha mai persuaso Montella. Mentre Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic e Brocchi, dopo averlo messo in secondo piano sono rimasti colpiti dalla sua abnegazione sia negli allenamenti che nelle partite decidendolo di farlo giocare sempre, l’ex tecnico di Fiorentina e Samp, nonostante le belle parole in conferenza stampa, non ha mai puntato veramente su di lui vista la consacrazione di Suso come esterno offensivo di sinistra. Nonostante tutto il suo impegno, inoltre, non è mai scattato la scintilla definitiva tra tutti i tifosi e il giocatore giapponese accusato spesso di una eccessiva lentezza e di indossare una maglia prestigiosa come la numero 10. L’ex Cska non si è mai perso d’animo e ha fornito  buone prestazioni sia nella stagione 2014-15 che in quella 2015-16. 6 gol durante la gestione Inzaghi, una rete soltanto l’anno successivo, dove ha fornito assist pesanti (a Kucka contro la Roma, ad Alex nel derby, a Bacca contro il Genoa e a Bonaventura nel pari a Napoli). Montella dopo averlo ignorato nei primi due mesi della stagione, visti i pochissimi minuti contro Udinese e Lazio, lo ha fatto giocare titolare a Marassi per far rifiatare Suso. Uscito al 62’ dopo una gara da dimenticare, Honda ha avuto solo pochi altri scampoli (Crotone, Roma e Juve in Coppa Italia) per mettersi in mostra, soli 96’ in 6 presenze, ed ecco perché in estate potrebbe salutare.

Mati, voluto da Montella in estate visti i trascorsi in comune alla Fiorentina, giunto l’ultimo giorno di mercato ha lasciato pochissime tracce in rossonero. Dopo aver smaltito un problema fisico rimediato in nazionale ad inizio settembre, ecco le sue prime apparizioni: subentrato a Palermo e nel derby per pochi minuti senza aver lasciato il segno, aveva cominciato titolare ad Empoli, salvo poi uscire dopo nemmeno un quarto d’ora per un problema fisico. Gli infortuni sono stati e sono ancora uno dei limiti per la carriera del cileno, che quando poi sembrava essersi ripreso ha visto l’esplosione di Pasalic, il ritorno di Bertolacci e il sempreverde Poli che gli hanno chiuso le porte per possibili spezzoni di partita.E’ entrato nei finali di partita nelle due gare all'Olimpico contro Rome e Lazio, senza riuscire ad incidere visti anche i pochi minuti a disposizione. 5 presenze per un totale di 93’, questo il magro bottino del 30enne cileno che non sembra destinato a poterlo migliorare. Entrambi si allenano con costanza e dedizione a Milanello, ma quasi certamente si andranno a giugno. Honda perché è in scadenza di contratto e il Milan non sembra intenzionato a rinnovarglielo, Mati perché non ha convinto il Milan, che non dovrebbe esercitare il diritto di riscatto, e potrebbe cercare una squadra che lo faccia giocare con continuità, infortuni permettendo. Tutti e due sono giunti in rossonero per pochi soldi (Honda a parametro zero e Mati in prestito per 500mila euro) e a zero potrebbero andarsene.

Emanuele Landi

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