L’Europa
L’attuale settima posizione – seppur in coabitazione - in classifica, con la gara di domani sera da recuperare e a 5 punti dal quinto posto che vale l’ingresso in Europa League, rappresenta un trend negativo se confrontato con la posizione in campionato di due mesi fa, ma di per sé è conferma del fatto che il Milan è assolutamente in lotta per un posto in Europa per la prossima stagione.
Non a caso Montella stamane ha confermato come il Milan sia “in linea con gli obiettivi iniziali”: la creazione di una filosofia e non di un semplice modulo di gioco, il “miracolo sportivo” di Doha e la crescita dei giovani rappresentano il mandato sportivo chiesto al tecnico campano alla firma del contratto e, oggettivamente, si tratta di obiettivi raggiunti.
Va da sé tuttavia che, per blasone, il Milan è sempre chiamato a vincere e di conseguenza, dopo l’ottimo avvio di stagione, i rossoneri devono cercare di non sprecare quanto di buono fatto finora e reagire ai quattro pesanti ko consecutivi che, tra campionato e Coppa Italia, ne hanno complicato il cammino stagionale.
Montella ha apertamente detto, dopo il match perso domenica con la Samp, che occorre fare di più e parlare di meno: le spropositate reazioni di Bacca e le sterili illazioni sull’alimentazione debbono lasciare il posto ad una concentrazione ferrea, favorita da uno schieramento tattico più consono e funzionale al gioco possibile solo attraverso il recupero di infortunati e esclusi (Abate, Calabria e Locatelli su tutti) e il lancio dei tanto attesi nuovi acquisti (Deulofeu e, soprattutto, l’ex genoano Ocampos).
Enrico Maggioni
Serenità
—“Io sono sereno” , ha detto in maniera perentoria Montella dopo la sconfitta con la Samp, invitando l’ambiente a reagire a questo momento involutivo.
Occorre raziocinio, dice il tecnico campano, che oggi ha nuovamente ricordato l’importanza di andare in continuità con quanto di positivo fatto sinora.
Alcuni dati oggettivi legati ai recenti e negativi risultati, come i tiri in porta, le palle recuperate e il possesso palla (a tratti schiacciante contro la Samp) dimostrano come la squadra sia reattiva e produca gioco e che quella che stia attraversando il Milan sia soprattutto una crisi di risultati anziché di gioco. Ed è partendo da questi dati che Montella incita i suoi a credere in sé stessi ed a dimostrarlo sul campo, nelle fasi di gioco, dove servono “personalità, precisione e determinazione”.
Il percorso di crescita tanto evocato da Montella è destinato a compiersi: mantenendo la serenità, ed eleborando il metodo di gioco che il tecnico ha in mente, i risultati sono destinati ad arrivare. Certo, occorre recuperare in prima istanza i fedeli interpreti di Montella (Bonaventura a parte, la cui stagione è pressoché terminata), un po’ di buona sorte e tanta grinta, senza tuttavia scadere nella tentazione – come purtroppo si legge sui social in questi giorni – di gettare via il buono costruito sino ad oggi evocando improponibili ribaltoni tecnici…a tinte neroazzurre.
Enrico Maggioni
Mentalità
—Il compito più difficile che spetta a Montella è quello di (ri)costruire una mentalità che sia simile alla storia del Milan.
Il gruppo di giocatori è disposizione di Montella deve necessariamente passare attraverso fasi di crescita che possono essere sia esaltanti (in proposito si veda lo spirito messo in campo a Doha ) sia deprimenti (i 5 punti accumulati nella ultime sette gare di campionato segnano un ruolino da zona retrocessione).
Ma il lavoro iniziato dal tecnico campano deve proseguire in modo serrato: la crescita positiva dei giovani e la responsabilizzazione del gruppo storico, che si sente finalmente parte di un progetto, sono votati alla compattezza di un gruppo che, solo unito, può superare le difficoltà.
Certo, il Milan di oggi, reduce com’è da annate difficili, è forse privo di campioni tali che cui aggrapparsi nel momenti di difficoltà; farsi però prendere dal panico, o dall’isteria, così come testimoniano le troppe (7) espulsioni rimediate tra campionato e Coppa Italia, è frutto di immaturità ma soprattutto non porta ad alcun risultato.
E’ necessario pertanto che l’intero ambiente si stringa compatto intorno alla squadra, trasmetta fiducia al tecnico e lo lasci lavorare con calma: serve imparare da come Berlusconi e Galliani che, in un Milan allora diverso ma comunque non privo di contraddizioni e polemiche, difesero il lavoro del primo Sacchi, impegnato a costruire la mentalità vincente del suo Milan.
Enrico Maggioni
Orgoglio
—Quanto pronunciato stamane in conferenza da Vincenzo Montella non lascia spazio a dubbi: “Dobbiamo mostrare a noi stessi di essere orgogliosi di indossare la maglia del Milan”.
Una vera e propria chiamata alle armi, una grande dichiarazione d’amore verso i colori rossoneri ma, perché no, una presa di posizione a beneficio di coloro che sono restii a credere nel progetto e in campo dimostrano svogliatezza, indolenza, poca concentrazione. Dobbiamo essere “rabbiosi”, dice il tecnico.
Il recente allontanamento dal gruppo di uomini poco funzionali al progetto, prevalentemente per scarsità di valori morali anziché tecnici, deve fare capire che il Milan deve essere considerato un punto di arrivo e non di partenza.
Nessuno spazio, fa intendere Montella, deve essere lasciato a chi si perde in chiacchere e polemiche o, peggio, considera la maglia rossonera solo un pretesto per fare soldi.
Occorre dimostrare di meritarsi la maglia: recentemente il tecnico ha dichiarato che nessuno, lui compreso, deve sentirsi incedibile. Ciò conferma che in un momento di crisi serve l’umiltà di mettersi tutti in discussione per raggiungere l’obiettivo minimo prefissato per quest’anno, vale a dire il ritorno inEuropa.
Domani la gara di Bologna dovrà fornire importanti indicazioni in merito al cammino dei rossoneri.
Enrico Maggioni
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