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Milan, battere una grande per tornare grandi

Stefano Bressi

Il Milan è ancora un cantiere aperto, ma un risultato positivo oggi potrebbe segnare la vera svolta. Il Napoli, però, è l'avversaria più temibile.

Non ha mai vinto finora il Milan contro squadre che gli stanno davanti in classifica. Oggi per i rossoneri arriva il test più difficile: la capolista, la squadra che gioca il miglior calcio d'Europa, capace di fare 97 punti in 38 partite. In cinque anni al Milan è successo solo otto volte. Che cosa? Battere una grande. Quest'estate si è lavorato per tornare ad alti livelli, ma finora i risultati non si sono visti. I rossoneri hanno sei punti in meno dello scorso anno e le prime stanno correndo. Perchè il progetto possa andare avanti con serenità, servono anche delle conferme.

Vincenzo Montella c'è ancora, pronto a essere messo di nuovo in discussione, ma consapevole che i suoi uomini possono riuscire a fare qualsiasi cosa. La panchina è tornata solida, l'obiettivo è che lo resti. Eppure la settimana che ha preceduto questo big match è stata tutto tranne che semplice: sosta per le Nazionali e giocatori al rientro con umori totalmente differenti. Bravo ancora una volta Montella a gestire tutto. Il Milan si fida dell'Aeroplanino, anche perchè, scrive il Corriere della Sera, tutto serve tranne che una nuova rivoluzione. Anche sul mercato di gennaio si interverrà poco e nulla. Bisogna chiudere il cantiere al più presto. Bisogna recuperare qualche singolo, per ottenere risultati. Servono certezze ed è per questo che il modulo cambia poco: difesa a tre, anche se a tratti sarà a quattro. Qualche dubbio di formazione però c'è: potrebbe star fuori Ricardo Rodriguez. A centrocampo dentro Manuel Locatelli, con Franck Kessie e Riccardo Montolivo. Spetterà a quelli davanti lasciare il segno. Il Milan aspetta Nikola Kalinic, si affida al trascinatore Suso e ritrova finalmente Giacomo Bonaventura.

Dall'altra parte c'è un Napoli che è una macchina perfetta, l'esatto opposto di questo Milan. Eppure Dries Mertens non ha mai segnato ai rossoneri, ma lo ha fatto per lui Lorenzo Insigne, che ha nel Diavolo la vittima preferita. Non si parla più di scintille perchè portano male, ma serve una scossa e per ottenerla il Milan dovrà fare una partita quasi perfetta, limitando i partenopei.

Il progetto del Milan passa anche e soprattutto da partite così. Per tornare grandi bisogna confrontarsi con le grandi. Anche se non è facile quando anche fuori dal campo ci sono continuamente voci, come quelle messe in giro dal New York Times sul presidente Yonghong Li, che non sarebbe il reale possessore delle miniere indicate nel proprio patrimonio. Per ora, comunque, il patron rossonero non ha fatto mancare nulla alla squadra.

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