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di Deborah Maria Della Valle
Parlare (o scrivere) di Milan in questo momento non è semplice ma è altresì complesso. I rossoneri hanno bisogno di una svolta radicale, non una di quelle destinate a durare una giornata o forse due, ma di una svolta definitiva (e continuativa) che dia la possibilità all’intero club di recuperare un inizio di stagione decisamente troppo tormentato: c’è necessità di una tregua.
Le ultime cinque stagioni sono state difficili da sostenere e, in quella attuale, dove c’è stato un passaggio di proprietà e un mercato estivo altisonante, probabilmente, sono state create troppe aspettative. Le cose, però, continuano a non funzionare e la dirigenza le sta tentando tutte per scuotere i giocatori: il cambio dell’allenatore prima e il ritiro “fino a data da destinarsi” ora. Ma se il primo gesto non ha al momento dato i frutti sperati anche se una lieve scossa dopo la sostituzione del tecnico si è vista nella partita contro il Bologna ma soprattutto nella vittoria in Coppa Italia contro il Verona, dopo il match di campionato al Bentegodi, della lieve scossa non è rimasto più niente. Anzi, il colpo l’hanno preso Gennaro Gattuso, la dirigenza e tutti gli spettatori.
Questo Milan non riesce a prendere forma oppure non gliela si riesce a dare questa forma, non si sa. E allora dopo la disfatta con la penultima in classifica, si è arrivati alla decisione di mandare la squadra in ritiro a Milanello. Ed è così che da lunedì sera, dopo la consueta seduta di allenamento, la porta si è chiusa e nessuno è più uscito dal centro sportivo. La stessa porta che si è però aperta in occasione dell’ingresso di Massimiliano Mirabelli prima e Marco Fassone poi, entrambi desiderosi di prendere parte alla cena con i giocatori. E se questa decisione, capitata proprio a ridosso delle festività Natalizie, non ha portato il sorriso sul volto dei calciatori, bisogna anche dire che è stata una scelta assolutamente necessaria.
La dirigenza ha il compito (ed il dovere) di fare tutto quello che può per cercare di raddrizzare le cose e per tutelare, per quanto possibile, l’immagine del club, dato che stiamo parlando di una delle squadre più titolate al mondo. Chi non ha ancora capito l’importanza di indossare quella maglia e non ha chiaro in mente la fortuna di giocare in questo club, non può e non deve pensare alla cena di Natale annullata.
Mister Gattuso sta lavorando tanto sulla preparazione atletica con doppie sedute di allenamento, ma c’è sicuramente molto da fare anche a livello mentale. Il risultato di questa “clausura” imposta lo si vedrà solo in occasione del big match di sabato con l’Atalanta a San Siro dove è assolutamente vietato sbagliare: i 3 punti sono d’obbligo. E allora sperando che i musi lunghi vengano lasciati a Milanello, il miglior augurio di Natale che possiamo fare al popolo rossonero è quello di vedere un altro Milan, quello che ha un progetto nel quale sostiene di credere: e far si che anche i tifosi possano provare a crederci, ancora.
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