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Yonghong Li, azionista di controllo del Milan, mette mano al portafoglio per il primo aumento di capitale da 60 milioni del club rossonero. Sarebbero infatti arrivati ieri in Lussemburgo, secondo scadenza anche se in Zona Cesarini, i primi 22 milioni dell'aumento da 60 milioni di euro.
I soldi, secondo i rumors, sarebbero arrivati da un conto bancario di Hong Kong fino ai conti in Lussemburgo della holding Rossoneri Lux nella giornata di ieri. I capitali arriveranno in Italia presumibilmente nella giornata di oggi.
La cifra dei 22 milioni è facilmente spiegabile. Chi sottoscrive l'aumento di capitale, secondo il codice civile, deve infatti versare all'inizio nelle casse sociali almeno il 25% del capitale sottoscritto e l'intero sovrapprezzo.
Da notare che Yonghong Li, come è sua abitudine, ha aspettato l'ultimo giorno, cioè venerdì scorso, per esercitare l'opzione di sottoscrizione, mentre il versamento è stato effettuato ieri. Questi soldi serviranno alle esigenze di cassa del club. La somma restante (rispetto ai 60 milioni previsti) dovrebbe dunque arrivare in un secondo momento.
Inoltre il consiglio di amministrazione del club rossonero è composto da otto membri, di cui quattro di parte italiana (Marco Fassone, Marco Patuano, Roberto Cappelli, Paolo Scaroni) e quattro di parte cinese (Yonghong Li, Han Li, Lu Bo e Xu Renshuo) ha la delega per chiamare nei prossimi mesi altri soldi fino a 60 milioni di euro.
Parte di questa ultima iniezione servirà a far fronte alla campagna acquisti del club delle ultime settimane. Il Milan ha già messo in cascina circa 55 milioni di euro, derivanti dal bond emesso emesso dal Milan in giugno alla Borsa di Vienna e sottoscritto dal fondo americano Elliott.
Resta da capire la provenienza dei 22 milioni in oggetto. Geograficamente il punto di partenza del bonifico è infatti Hong Kong, area off shore Cina dalla quale sono partiti anche i bonifici delle prime due caparre a Fininvest. In quel caso però i soldi erano stati finanziati dal gruppo finanziario cinese Huarong. Il bonifico di ieri invece, secondo alcune ricostruzioni, dovrebbe provenire (anche se il condizionale è d'obbligo) dal patrimonio di Mr Li, che ammonterebbe secondo quanto ricostruito da un'inchiesta del Sole 24 Ore a circa 500 milioni di euro.
In ogni caso sembra comprensibile che queste risorse provengano ancora da Hong Kong, visto che il governo cinese non ha abbassato il livello di guardia sull'esportazione di capitali al di fuori della Grande Muraglia in settori non strategici come appunto il calcio.
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