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Milan ‘fuori di testa’: viaggio alla scoperta dei problemi rossoneri

Redazione

Atteggiamento negativo, approccio sbagliato: la mentalità del Milan non va bene, l'aver sottovalutato avversarie come Pescara e Empoli è costato caro. Concentrati come nel derby, invece, i rossoneri si gasano e cambiano pelle.

di Enrico Maggioni

L’aria che si respirava domenica a San Siro nel pre-partita di Milan – Empoli era certamente delle migliori: buon pubblico, clima disteso favorito dalla splendida rimonta nel derby, consapevolezza della buona armonia tra staff tecnico e società, con questa impegnata a trasmettere segnali positivi fatti di programmazione ed investimenti per l’immediato futuro.

In questo contesto la gara appariva come un semplice e divertente contorno in una domenica di festa: e invece quello che doveva essere il set ball per l’Europa League, in attesa dei match ball contro Roma e Atalanta, si è trasformato in un pomeriggio da incubo con il modesto ma coriaceo Empoli nella parte del guastafeste.

Inopportuna ma meritata sconfitta per il Milan di Vincenzo Montella che, dopo una stagione fatta di splendide rimonte, si ferma sul più bello e riscopre antichi e mai sopiti difetti. L’approccio molle alla gara, la lentezza nel giro palla, le amnesie difensive sono tutte peculiarità che oramai si pensavano dimenticate ma che sono riemerse tutte insieme consentendo all’Empoli di espugnare San Siro.

Evidentemente svuotati dopo l’esaltante rimonta nel derby pasquale, i rossoneri hanno ancora una volta commesso l’errore di sottovalutare l’avversario rivelando un atteggiamento mentale negativo ed immaturo e figlio della scarsa abitudine alla vittoria: gli errori (e gli orrori) commessi in questo girone di ritorno contro Udinese, Sampdoria e Pescara non hanno insegnato nulla al Milan che si dimostra vulnerabile in quei match dove le motivazioni e la voglia di vincere, seppur non semplici da trovare, devono essere i cromosomi di un Dna che si vorrebbe vincente.

Fa male vedere il Milan giocare per inerzia come se la rete dovesse essere un evento destinato a realizzarsi sempre e comunque e non frutto di quella cattiveria agonistica che ha caratterizzato i 50 minuti giocati nel secondo tempo del derby: quando concentrato e grintoso, il Milan è in grado di mettere l’avversario all’angolo e raggiungere il risultato.

Tuttavia, se il demerito della sconfitta va principalmente imputato a coloro che sono scesi in campo senza il corretto approccio mentale, vanno anche sottolineate le mancanze di Vincenzo Montella, a partire dalle discutibili scelte di formazione.

La decisione di schierare Mattia De Sciglio da capitano è oggettivamente poco comprensibile considerato che, in base ai rumors di mercato, il difensore rifiuta il rinnovo per scegliere la via della Torino bianconera; l’ennesima rinuncia a Manuel Locatelli, enfant prodige del girone di andata ma relegato ora a quinta scelta nel centrocampo, non è giustificabile dopo la bella e grintosa prova contro i nerazzurri; la conferma in bloccodegli esterni di difesa, già in difficoltà contro l’Inter, fa a pugni con la presenza dei più freschi Vangioni e Antonelli, dimenticati in panchina.

Un atteggiamento complessivo di supponenza che mal si concilia con l’umiltà tanto cara al tecnico: se è vero che i ragazzi hanno creato quindici occasioni da gol, è innegabile come il risultato sia l’unica cosa che conta specie in questa fase del campionato in cui il sesto posto garantisce l’approdo all’Europa League solo attraverso i preliminari che compromettono la gloria e soprattutto i denari della tournée estiva.

“Il Milan è in linea con gli obiettivi stagionali” dice Montella, quasi giustificando alcune amnesie dei suoi: questa squadra ha limiti tecnici oggettivi e ha già accumulato 10 punti in meno negli scontri contro gli avversari affrontati sinora anche nella seconda parte di stagione ma con un più rabbioso approccio alla rossoneri possono evitare il ripetersi di tante situazioni in cui il recupero del risultato  è costato molto in termini di dispendio di energie fisiche e nervose oltre ad una vasta serie di cartellini gialli e rossi (con De Sciglio e Sosa prossimi squalificati per la gara di domenica, ndr).

Il prossimo impegno con il Crotone allo Scida dovrà essere la cartina di tornasole di una corretta interpretazione della gara dal punto di vista mentale, nel rispetto degli avversari ma con la voglia di lottare e di onorare la maglia che ogni giocatore del Milan deve avere.

 

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