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di Giancarlo Mele
Il Milan chiuderà domenica la stagione a Cagliari con un importante titolo all’attivo (la Supercoppa strappata alla Juventus) ed un onorevole sesto posto che gli consentirà di tornare in Europa, ancorchè dalla porta di servizio dei preliminari. Stilando il consuntivo e la “lista della spesa” dei giocatori da acquistare per l’anno venturo viene spontaneo riflettere su chi tra i ragazzi di Montella abbia offerto le prestazioni migliori quest’anno, determinando in qualche modo l’esito della stagione. In altre parole su chi società e tifosi possono ragionevolmente puntare per impostare un nuovo ciclo che si spera vincente. Al di là dei nomi sulla bocca di tutti siamo andati ad analizzare anche il rendimento di giocatori che magari non sempre hanno sempre entusiasmato ma che riteniamo importanti nello spogliatoio per mantenere e rafforzare quello spirito di gruppo che ha trainato la squadra quest’anno. Ecco il profilo dei cinque rossoneri che riteniamo “imprescindibili”
di Giancarlo Mele
Il giovane portiere non è stato soltanto un pilastro della squadra ma ne è diventato il “testimonial”. Non si contano le parate determinanti dell’ “enfant prodige” rossonero a scandire prima la rincorsa alle posizioni di alta classifica, poi la stoica resistenza degli ultimi mesi, quando sono venuti a galla i limiti tecnici ed anche fisici di taluni elementi. Quel che sorprende di questo ragazzo è che, nonostante l’elevato rendimento, nonostante le parate a volte mostruose che ha saputo sfoderare, tutti siano convinti possa ancora migliorare. Per esempio nella gestione dei disimpegni, per esempio nella precisione dei rilanci. Ma soprattutto Donnarumma ha tatuato il Diavolo sulla pelle, come ha dimostrato baciando la maglia al termine del match allo “Stadium” al cospetto del pubblico juventino che lo aveva già eletto frettolosamente ad erede di Buffon in bianconero. Il popolo milanista lo vuole anche per questo, costi quel che costi. Donnarumma è il portiere da cui il Milan può ripartire per una nuova leggenda.
di Giancarlo Mele
E’ forse l’elemento che ha stupito di più quest’anno. Partiva da riserva, qualcuno voleva addirittura disfarsi di lui ad inizio stagione, memore del rendimento incostante dell’ultimo campionato. Poi fra lui e il tecnico è scattato qualcosa ed è diventato un elemento imprescindibile nel modulo dell’Aeroplanino. Suso è uno dei pochi che ha dimostrato di saper saltare l’uomo, innescare l’attaccante solo davanti al portiere, carezzare il pallone imprimendogli traiettorie che spiazzano il portiere avversario. Di lui resteranno impressi i due magnifici gol realizzati nel derby d’andata e l’assist vincente per Bonaventura in Supercoppa. Jesus è ora un leader di questa squadra, cui è grato per avergli consentito di affermarsi nel calcio che conta e che gli è grata per avergli risolto, spesso da solo, l’imprevedibile problema di un attacco troppo sterile. Chiunque sia il prossimo centravanti del Milan, Suso sarà prezioso per servirlo ed indispensabile per impostare con lui il dialogo nello stretto . Nel tridente del futuro il suo posto è assicurato.
di Giancarlo Mele
Non è facile scrollarsi di dosso le stimmate del designato e convincere chi riteneva, ancora ad inizio stagione, che fosse stato pagato troppo. Eppure pochi hanno considerato che, rispetto all’altro centrale del futuro che veste in bianconero (Rugani), Romagnoli ha dovuto dimostrare subito di valere i (tanti) soldi spesi per portarlo in rossonero. Senza avere una chioccia che lo facesse maturare, come hanno avuto per esempio altri centrali che l’hanno preceduto in rossonero. Che Romagnoli abbia vinto la sua sfida e lo scetticismo generali lo dimostrano la costanza di rendimento e soprattutto le difficoltà incontrate dalla difesa ogni volta che ha dovuto fare a meno di lui. Eppure nonostante tutto, il ruolo di “imprescindibile” non se lo sarebbe cucito addosso se non avesse segnato quel gol pesantissimo nel derby di ritorno, consentendo di recuperare un risultato rivelatosi fondamentale nella corsa all’Europa. E’ stato allora che, non solo nella considerazione del tecnico, ma anche nel cuore dei tifosi, Romagnoli è diventato il centrale attorno a cui ricostruire la difesa.
di Giancarlo Mele
Quale sarebbe stata la stagione rossonera se Jack non si fosse infortunato contro l’Udinese privando la squadra del suo insostituibile apporto in attacco. L’eroe di Doha, l’uomo che con un’incredibile torsione ha battuto Buffon in Supercoppa, l’unico in grado di spaccare le difese avversarie con le sue accelerazioni. Sarebbe forse stato un campionato diverso con lui, forse il Milan avrebbe addirittura lottato per un posto in Champions anziché arrancare nelle retrovie della zona Europa League. Con chi, come lui, rientrerà dopo un lungo infortunio bisognerà comunque aver pazienza, non si potrà pretendere che raggiunga subito gli elevati livelli del girone d’andata. Ma noi su Bonaventura crediamo, sappiamo quanto abbia voluto il rossonero e lo aspettiamo con fiducia. Il nuovo Milan ha bisogno di lui
di Giancarlo Mele
Forse qualcuno si sorprenderà di trovare Abate in questa ristretta cerchia di giocatori chiave. Quest’anno non è stato continuo, non è stato neanche sempre titolare, né si può dire abbia garantito quelle continuità nelle discese sulle fasce e nei cross che si richiedono ad uno come lui. Però non tutti conoscono l’importanza di Abate nello spogliatoio, nè ricordano che è uno dei “canterani” più datati, né sanno che dopo il suo rientro alla casa madre (nel 2009 per rilevare Oddo e Zambrotta) è stato tra i pochi a riscuotere la fiducia di tutti i tecnici avvicendatisi alla guida della squadra. Non a caso ha indossato anche la fascia di capitano, ruolo in cui fra l’altro ha alzato la Supercoppa a Doha. Chi tifa Milan apprezza il suo attaccamento ai colori ed il fatto che non molli mai. Sarà importante anche la sua presenza per spiegare ai nuovi cos’è il Milan e come funzionano i meccanismi della squadra. Un ruolo che in passato è stato di “grandi vecchi” come Maldini e Baresi e che Abate ha la possibilità di ricoprire a sua volta.
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