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Milan, i due mesi decisivi partono male. E ora?

Vincenzo Montella Milan
Montella aveva detto che gennaio e febbraio sarebbero stati decisivi. Per ora le cose non sono andate benissimo, con il Milan che ha racimolato una sola vittoria in tre gare

Redazione

Dopo aver chiuso nei migliore dei modi il 2016 con la vittoria in Supercoppa contro la Juventus a Doha, Vincenzo Montella si augurava di poter iniziare in modo più convincente il nuovo anno. Il tecnico campano si è sempre mostrato consapevole della delicatezza delle sfide decisive cui è atteso il Milan nei mesi di gennaio e febbraio, sottolineandone l’importanza ai fini delle ambizioni europee della formazione rossonera.

Una risicata vittoria contro il Cagliari, la bella rimonta contro il Torino, valsa un punto, e la bruciante sconfitta interna contro il Napoli rappresentano un bottino tutt’altro che esaltante per i rossoneri in questo avvio di 2017: e la pur soddisfacente rimonta interna contro i granata in Coppa Italia non può bastare a lenire la frustrazione per l’assottigliarsi del vantaggio sulle concorrenti per l’Europa, che proprio oggi hanno tutte superato i rossoneri in classifica.

Di fronte a queste prestazioni, sconcertanti per l’approccio alla gara, troppo spesso negativo, ma incoraggianti per caparbietà e rabbia agonistica, la stagione del Milan è ad un bivio. Il calendario che attende i rossoneri è assolutamente sfidante: in poco meno di un mese il Milan è atteso dai quarti di finale di Coppa Italia (contro la Juventus allo Stadium, già mercoledì 25), mentre in campionato se la vedrà con Sampdoria e Fiorentina a San Siro e con Udinese, Bologna (per il recupero) e Roma sponda Lazio fuori casa.

Di fronte ad avversari determinati, nel momento topico delle stagione per gli obiettivi di Coppa Italia ed Europa League, occorre che Montella lavori da subito sull’approccio mentale alla gara dei suoi ragazzi: è evidente che le partenze ad handicap dei rossoneri non possono più essere considerateun atteggiamento studiato a tavolino ma rappresentano un limite oggettivo sul quale tecnico e squadra sono chiamati a lavorare da subito. Serve inoltre analoga riflessione sul complessivo stato di salute della squadra.

Le quattro reti reti subite nella prima mezzora di gioco nella trasferta di Torino e ieri sera contro il Napoli, oltre a rappresentare l’allarmante dato del 44% dei 9 gol complessivamente incassati nei trenta minuti iniziali in cinque mesi di campionato, palesano gli attuali limiti di un reparto, quello difensivo, sino a poco tempo fa quasi impenetrabile. Trame spesso troppo prevedibili e la carenza di freschezza di alcuni protagonisti limitano inoltre le soluzioni offensive rossonere. In difesa si rende così necessario, oltre al certo rientro di Alessio Romagnoli, il pieno recupero di Mattia De Sciglio e Luca Antonelli per garantire ricambi all’altezza sulle fasce, specie quella sinistra, dove Calabria ha mostrato qualche difficoltà forse imputabile alla poca esperienza.

Montella può inoltre insistere a metà campo su Josè Sosa, impiegato ieri sera da regista con buoni risultati per dare respiro e alternative al bravissimo Manuel Locatelli mentre in attacco il tecnico sta lavorando, come apertamente sottolineato nella conferenza di sabato, al reintegro tecnico ed atletico di M’baye Niang, l'unico giocatore in rosa in grado di garantire, per prestanza fisica, accelerazioni ed imprevedibilità, il necessario cambio di marcia all’asfittico attacco rossonero.

E’ arrivato il momento delle scelte e del cambio di passo per il Milan: vietato sbagliare d’ora in poi, se davvero si  ambisce all’Europa.

 

Enrico Maggioni

 

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