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Milan, il 3-5-2 non è il tuo modulo, ma Montella insiste

Vincenzo Montella Samp-Milan
Da seconda punta Suso fa, evidentemente, molta fatica. L'Aeroplanino, però, sembra intenzionato a insistere senza tornare sui propri passi.

Stefano Bressi

Il Milan di quest'anno ha conosciuto due numeri 8. Il primo è Suso, quello che contro il Crotone e il Cagliari confeziona due gol e due assist giocando da protagonista, caricandosi la squadra sulle spalle e regalando giocate meravigliose. Il secondo è sempre Suso, ma quello che nei match successivi è praticamente sparito dal campo e quando si è visto non è riuscito a incidere. Cosa è cambiato? Il modulo. Il Milan è passato al 3-5-2 e lo spagnolo è stato adattato a seconda punta, ruolo evidentemente non suo. È proprio lui l'emblema delle difficoltà di tutto il Milan con questo modulo.

Suso lo scorso anno è stato una delle note più liete della squadra di Vincenzo Montella. Lo spagnolo ha avuto una continuità di rendimento impressionante e più volte ha risolto partite con le sue giocate da campione. L'uno contro uno sulla corsa è il suo pane quotidiano e per questo ha bisogno di partire largo, di poter puntare l'uomo sulla fascia per accentrarsi e avvicinarsi alla porta. Ovviamente se parte già centrale non ha la possibilità di svolgere questo tipo di lavoro e spesso si ritrova già troppo pressato per potersi liberare. Di certo non può puntare il marcatore sulla corsa.

A questo punto ci sono da fare alcune considerazioni: il Milan ha giocatori decisamente adatti a un modulo diverso. Basti pensare ad Hakan Calhanoglu e a Giacomo Bonaventura. Proprio Jack, tra l'altro, insieme a Suso è stato tra i migliori degli ultimi anni di Milan. Soprattutto il Milan ha qualità, tantissima. Solo i giocatori citati finora ne possiedono davvero in quantità. Il passaggio alla difesa a tre, dunque, rischia di penalizzare i giocatori più qualitativi e decisivi, per esaltare le doti di un solo componente della rosa: Leonardo Bonucci, che in realtà sa difendere benissimo anche a quattro, come sottolineato più volte dallo stesso Montella.

Di conseguenza, la sensazione è che l'Aeroplanino si sia un po' spaventato dopo i gol subiti all'Olimpico e si sia sentito quasi costretto a passare alla difesa a tre. Così il Milan sta molto più attento a non prenderle e, infatti, da quel momento i gol sono arrivati quasi solo su errori di singoli, ma ha enormi difficoltà ad attaccare. Suso e Bonaventura hanno le ali tarpate. Sprecare la qualità è sempre un peccato e di conseguenza si potrebbe tentare di tornare alla difesa a quattro, magari con un 4-2-3-1 che esalterebbe le doti di tutti e tre i giocatori sopracitati consentendo anche al Milan di tenere quasi sempre la palla, visti gli ottimi palleggiatori. Suso tornerebbe a scorrazzare largo e con la possibilità di accentrarsi, Calhanoglu agirebbe da trequartista come piace a lui e Bonaventura potrebbe fare ciò che ama di più: venire a giocare in mezzo al campo, quasi da mezzala e poi allargarsi. Il centrocampo resterebbe pressoché invariato. Si perde un difensore a beneficio di un trequartista, è vero, ma gli esterni, sfruttando anche l'assenza di Andrea Conti, potrebbero stare più bassi, anche perché Ignazio Abate non rende in un centrocampo a cinque. L'unico che davvero rischia di risentirne è Ricardo Rodríguez, ma non per forza: basti pensare alle cavalcate che proprio Abate faceva l'anno scorso in binario con Suso. Questione di automatismi, ma meglio lavorare e trovare la solidità su un modulo che esalta i giocatori a disposizione con qualità che su un modulo che costringe quasi tutti ad adattarsi e vede un Milan troppo chiuso.

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