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Milan, il possesso palla non basta: servono i gol

Redazione

Gli attaccanti del Milan faticano e segnano molto poco, ma la squadra tiene tanto la palla: con il Napoli 55%, però azioni pericolose zero.

Dopo il KO rimediato al San Paolo contro il Napoli, tornano inevitabilmente le ombre sul Milan e su Vincenzo Montella. I problemi relativi all’attacco sono palesemente sotto gli occhi di tutti ma quello che è ancor più sotto gli occhi di tutti è l’assenza dei fatidici 3 punti. Il nulla sotto la porta continua, inarrestabile. E se a fine match le statistiche dicono che il possesso palla va ai rossoneri con una percentuale del 54% contro quella dei partenopei pari al 46%, i risultati (e la classifica) dicono ben altro. Non basta saper tenere palla, bisognerebbe anche saperla buttare in porta. Le facce di Han Li, Marco Fassone e, soprattutto, di Massimiliano Mirabelli sabato notte non lasciano spazio a dubbi: la dirigenza, convinta forse che il peggio fosse alle spalle, è stata ben presto riportata sulla terra. E allora tutto torna come tre partite fa, Mirabelli si scaglia contro il tecnico per le scelte di formazione effettuate e la panchina dell’Areoplanino torna nuovamente a traballare, nessuna grossa novità. Un film già visto e rivisto negli ultimi anni.

Cosa non funziona davvero in questa squadra? Molti pagherebbero oro per saperlo. Fatto sta che se Maurizio Sarri e Luciano Spalletti insistono sempre solo quasi sugli stessi uomini, un motivo ci sarà. In un Milan dai tanti troppi cambi il risultato che ne deriva (e che si è visto anche sabato in campo) è quello di una squadra senza uno schema chiaro e definito da seguire e che a sprazzi qualcosa di buono fa. Si vedono di tanto in tanto quei 3-4-5 passaggi logici e poi fine. Ma il leggero miglioramento dal punto di vista del gioco passa in secondo piano di fronte all’ennesimo match terminato con zero punti per i rossoneri. Così la classifica piange. Troppo poco per un club glorioso come questo, troppo poco per i 230 milioni spesi nel mercato se i gol o quantomeno le azioni pericolose non arrivano, tutto così diventa assolutamente inutile. E se Nikola Kalinic trova il gol facilmente in una partita con la Nazionale croata al Milan resta fermo a 3 reti e non tira praticamente mai in porta. Situazione simile è quella del portoghese André Silva che in Serie A sembra proprio non integrarsi né tantomeno sentirsi a proprio agio, attualmente ancora a secco di reti. Un po’ diversa invece la situazione di Patrick Cutrone che dopo un avvio di stagione da protagonista (e rivelazione) sembra ora aver perso posizione nelle gerarchie di Montella (rumors vedono prossima la sua partenza a gennaio). E cosa ne è del turco Hakan Calhanoglu? Mistero. Il giocatore visto con il Bayer Leverkusen è assolutamente sparito.

Contro gli azzurri di Sarri zero palloni nell’area avversaria nel primo tempo e allora a poco serve essere la terza squadra in Serie A per possesso palla, dopo Napoli e Juventus, dato si ammirevole ma di poco conto di fronte alla deludente graduatoria. Ora tocca a San Siro, dove il Milan non segna e non vince dal 20 settembre, da esattamente due mesi, dal 2-0 sulla Spal. Contro Roma, Genoa e Juventus sono arrivati un punto e zero gol. Dalle partite casalinghe deve ripartire il club perché il tempo sta per scadere e gli esperimenti andavano fatti prima. È sempre bello vedere un calcio ben giocato siamo tutti d’accordo ma quello per il momento lasciamolo alle altre squadre. Al Milan e soprattutto a Montella domenica contro il Torino servirà ben altro per evitare il crack definitivo. O tre punti o Gennaro Gattuso.

Deborah Maria Della Valle

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