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Ieri pomeriggio il Milan di Vincenzo Montella ha concluso il suo con una partitella sei contro sei: nove giocatori della Prima Squadra più tre ragazzi della Primavera per 'dare una mano' al tecnico a provare schemi e situazioni di gioco. Lo ha sottolineato 'La Gazzetta dello Sport' spiegando come, al di là di questo caso limite per via dei tanti giocatori lontani da Milanello ed impegnati con le rispettive selezioni Nazionali, al Milan non è usuale ritrovarsi costretto ad allenarsi in queste condizioni.
Dal 1° settembre fino a ieri, infatti, Montella ha potuto contare sulla squadra al gran completo sui campi del centro sportivo di Carnago soltanto in 6 occasioni. Dal 13 settembre, solo in due circostanze. Questo perché, in questi 35 giorni, il Milan per 7 volte è sceso in campo per disputare una gara ufficiale e, in altre 9 occasioni, ha avuto i suoi migliori giocatori convocati in Nazionale. La 'rosea', dati alla mano, ha pertanto evidenziato come per Montella sia difficile, a conti fatti, preparare al meglio una partita non potendo contare su un gran numero di allenamenti. Sono tanti i giocatori nuovi in casa rossonera e, mancando gli automatismi, è anche normale che si possano perdere partite contro squadre più collaudate come Lazio e Roma.
Logica conseguenza, inoltre, è che senza allenamenti sulle gambe, e la possibilità di provare gli schemi, diventa difficile per l'Aeroplanino poter lavorare sul 3-5-2, modulo prescelto in questa stagione dopo la rinuncia al 4-3-3. Potrebbe diventare la base di un Milan di successo, oppure, qualora continuasse a non esserci la possibilità di testarlo, essere rigettato nel giro di poche settimane. 'La Gazzetta dello Sport' ha concluso il suo approfondimento sottolineando come una Serie A a 18 squadre toglierebbe 4 partite e due viaggi dal calendario, 'regalando' ai tecnici 12 giorni in più per stare con i propri giocatori, ovvero il doppio di quelli avuti dal Milan nell'ultimo mese. E, forse, ne beneficerebbe il movimento italiano nel suo complesso.
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