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Milan, la difesa è un colabrodo. I numeri del disastro

Redazione

Il Milan segna poco, è vero, ma soprattutto prende tanti gol dagli avversari. Ecco i numeri che inchiodano il "Diavolo" a una triste realtà

Di Enrico Maggioni

Travolto inopinatamente a Verona, su un campo storicamente infausto per i colori rossoneri, il Milan si interroga sui molteplici problemi che lo affliggono. Oltre alla cronica sterilità dell'attacco, incapace di tradurre in gol l'enorme mole di lavoro svolta dalla mediana, ora a destare ulteriori preoccupazioni è la pochezza del reparto arretrato. Ottavo classifica ma undicesimo in Serie A nella speciale graduatoria dei gol subiti, il Milan di Gattuso, con 24 reti al passivo in diciassette giornate, denuncia carenza di qualità e concentrazione nel reparto arretrato, storicamente punto di forza e base dei numerosi successi delle recente storia rossonera.

Solo il Milan di Allegri fece peggio nella stagione 2013-2014 quando, a parità di gare di campionato disputate, le reti subite furono 26. Una magra soddisfazione, tenuto conto degli arrivi in pompa magna dell'illusoria estate (Bonucci su tutti) volti a iniettare classe e personalità in una difesa giudicata priva di campioni in grado di difendere e rilanciare. Ma il tanto atteso salto di qualità non è arrivato: Bonucci e Romagnoli, potenzialmente una delle coppie centrali più forti di tutto il campionato, non riescono a trovare continuità di rendimento. I costanti cambi di assetto tattico, prima con la difesa a tre e successivamente con lo schieramento arretrato a quattro, la girandola degli esterni e alcune scelte cervellotiche (come l'ingresso di Zapata a Benevento in una difesa già consolidata e la prematura rinuncia a Rodriguez al Bentegodi), hanno solamente prodotto l'effetto di togliere solidità al pacchetto difensivo, che inoltre sconta il grave deficit atletico della mediana e i conseguenti inserimenti degli avversari.

Con ben 16 reti su 24 subite nelle seconde frazioni di gara a conferma di una carenza di tenuta mentale e fisica, Gattuso dia priorità alla stabilizzazione del reparto arretrato. Bonucci e Romagnoli centrali, con Calabria e Rodriguez pronti alle ripartenze ma con precisi e primari compiti difensivi (diagonali e marcature sui calci piazzati, costati reti e punti a Benevento e Verona), ed un atteggiamento meno scriteriato. Più equilibrio per una squadra che deve ripartire dalla difesa per trovare finalmente solidità.

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