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Milan, la nota dolente: Kalinić è fuori dal gioco

Kalinic Sassuolo-Milan
Nikola Kalinić piuttosto avulso dagli schemi del Milan nella partita del 'Mapei Stadium': appena 22 palloni toccati, scarso il sostegno alla squadra

Daniele Triolo

Vittoria importante, ieri sera, per il Milan, di Cristian Bucchi grazie alle reti di Alessio Romagnoli e Jesús Suso. Tre punti importanti per i rossoneri e per il tecnico Vincenzo Montella, il quale ha salvato la propria panchina. Tutto rose e fiori, dunque? Non proprio. Per 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola, infatti, una delle note dolenti del Milan vincente di Reggio Emilia riguarda l'attacco, più precisamente il centravanti croato Nikola Kalinić.

Nel 3-4-2-1 disegnato da Montella, infatti, Suso ha fatto il bello ed il cattivo tempo, sopperendo, con la sua classe e la sua fantasia, anche alle (tante) lacune del turco Hakan Çalhanoğlu, ma è stato soprattutto Kalinić a deludere su tutta la linea. Il perché è presto detto: l'ex fiorentino si è fatto ingabbiare dai difensori emiliani per tutta la partita, restando 'prigioniero' per 90' di Paolo Cannavaro e Francesco Acerbi.

Kalinić, su assist di Franck Kessié, ha avuto anche una ghiotta palla-gol (l'unica) per andare in rete ma si è visto respingere il suo colpo di testa da un riflesso di un prodigioso Andrea Consigli. La prova del croato, però, non è da bocciare per questo, bensì per altri fattori influenti all'interno dell'andamento del match: non ha mai dettato un passaggio in profondità, galleggiando in una zona presidiata dagli avversari, non ha mai fatto da sponda, non ha mai tenuto un pallone e, cosa più grave, non è stato in grado di far salire la squadra nel momento del bisogno.

La cosa sorprendente, ha sottolineato la 'rosea', è che Montella, evidentemente, ha gradito comunque la prestazione del 29enne attaccante, tanto che André Silva e Patrick Cutrone non hanno messo piede in campo. “A giudicare dalle scelte dell'allenatore – il commento -, i due sembrano essere indietro nelle gerarchie, un gradino al di sotto del croato, che non attraversa un momento di forma smagliante”.

Vero, il Milan non ha costruito l'azione in modo lineare, ma è anche perché Kalinić non ha aiutato il collettivo con i giusti movimenti ed i rientri: appena 22 palloni toccati in 90', troppo pochi per un calciatore acquistato con la precisa finalità di essere un elemento funzionale al gioco di Montella. “Questo Kalinić, lento, a tratti persino spaesato – la chiosa de 'La Gazzetta dello Sport' -, non consente ai rossoneri di macinare azioni, di sfondare, di rendersi pericolosi. In area di rigore, si nota pochissimo. Fuori dai 16 metri, non riesce ad imporsi sugli avversari. La crescita del Milan non può far altro che passare anche dalla crescita di Kalinić”.

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