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, visto che la Uefa non avrebbe gradito il piano del voluntary agreement presentato da Marco Fassone lo scorso 8 novembre. Secondo quanto però viene riportato dal Sole 24 ore, la notizia trova parziale conferma: a differenza di quanto si pensava nelle ore successive alla fine del meeting di Nyon, il club rossonero fa filtrare che la Uefa sarebbe intenzionata a respingere il piano presentato dal dirigente nella città svizzera.
DUBBI - Le perplessità del massimo organismo calcistico europeo sono dovute soprattutto ai dubbi sulla nuova proprietà cinese, e evidentemente le risposte dell'amministratore delegato rossonero non sono state ritenute soddisfacenti, oltre al fatto che non ha certamente agevolato le cose. A questo punto la situazione rischia di diventare estremamente delicata, anche perchè la Uefa ritiene che i ricavi del club non siano tali da poter far fronte al debito di 350 milioni (con interessi inclusi) con il fondo Elliott. E' vero che si sta cercando di rifinanziare il debito per avere più tempo, ma rimane il fatto che gli impegni e gli oneri societari si aggraveranno sempre di più.
SANZIONI - A questo punto quale sarà la scelta della Uefa? Probabile che si decida di rimandare tutto in primavera, cioè quando saranno approntati i settlement agreements con le sanzioni per i club non in linea con il Fair play finanziario. Il Milan rischia una sanzione economica, cosi come è successo a Inter e Roma, limitazione del mercato e rosa ristretta. Come ultima ipotesi c'è l'esclusione dalla coppe europee, ma in questo momento sembra essere la soluzione più estrema.
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