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Milan lento e senza idee: l’attacco non punge come dovrebbe

Edoardo Lavezzari

"La Gazzetta dello Sport" di oggi torna sulle recenti difficoltà offensive del Milan, che fatica a produrre azioni pericolose degne di nota

Dopo la sconfitta contro il Napoli sono giornate di riflessione dalle parti di Milanello. Il Milan, ancora una volta, ha giocato una buona partita contro una big, ma torna a casa con zero punti in classifica e tante domande sul proprio presente e futuro. Domande a cui prova a rispondere, questa mattina, "La Gazzetta dello Sport" che analizza il rendimento dei rossoneri nelle ultime settimane, soprattutto quando sono loro a dover far gioco. La "Rosea" sottolinea due dati importanti: da un lato il Milan è la terza squadra in Serie A per possesso palla, dopo Napoli e Juventus, un dato ammirevole, come è anche ammirevole aver chiuso al San Paolo con il 55% di possesso palla, contro il 45% concesso agli Azzurri di Maurizio Sarri.

Dall'altro lato, però, i rossoneri non sono mai riusciti a mettere la testa nell'area di rigore avversaria nei primi 45 minuti e non è la prima volta che succede in stagione (AEK Atene - Milan il precedente) sintomo che qualcosa, negli schemi offensivi di Montella e nel rendimento dei singoli non funziona. Suso a parte, molti giocatori stanno rendendo meno di quanto potrebbero e dovrebbero, si pensi a Kalinic e André Silva, i due attaccanti comprati in estate o a Calhanoglu e Bonaventura, che a sprazzi di talento abbinano prestazioni difficili da commentare, oppure a Kessiè, spentosi dopo un inizio di campionato promettente. Ci sono poi le scelte del tecnico, che propone un giropalla preciso, ma molto lento e spesso fine a sé stesso, con pochi, pochissimi palloni destinati agli attaccanti, spesso fin troppo isolati. Basti pensare a Kalinic, che sabato sera ha toccato solamente 39 palloni, dall'altra parte Insigne lo ha quasi doppiato, con 64 tocchi.

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