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Di Deborah Della Valle
Riccardo Montolivo si è visto togliere la fascia di capitano dal braccio dopo 4 stagioni per finire su quello di Leonardo Bonucci, ma questo non sembra aver in alcun modo influito sul suo rendimento, anzi. Si è allenato con costanza e professionalità, per farsi trovare pronto al momento della chiamata di Vincenzo Montella. Detto fatto così è stato sia ad Atene contro l’AEK che a Reggio Emilia contro il Sassuolo, dove ha disputato buone prestazioni. La sua carriera è del tutto particolare, è un giocatore che è stato capace di farsi prima amare e poi odiare dalle sue squadre. Uno dei pochi che è riuscito a far mettere d’accordo due tifoserie così diverse tra loro quelle di Fiorentina e Milan, e diventare un vero e proprio caso mediatico. Purtroppo non in positivo. L’ex Viola in questo inizio di stagione è stato un po’ accantonato, 5 le presenze totali: 3 in Serie A e 2 durante i playoff di l’Europa League, con 3 gol all’attivo uno contro la Lazio dove è tornato a fare gol dopo 56 partite in campionato (l’ultimo nell’aprile 2014 contro il Catania) e due contro lo Shkëndija. In occasione della doppietta rifilata ai macedoni che tanto sapeva di rivalsa ha finalmente potuto respirare dai fischi che in genere lo attanagliano assaporando ogni applauso che gli è stato rivolto, di gioire liberamente mostrando un sorriso grande come una casa al momento dei gol e, soprattutto, di dimostrare che è (ancora) un giocatore dotato di tecnica e voglia. Straordinariamente veloce nel primo tempo e concentrato nel secondo, risultato: nulla può Kostadin Zahov il portiere del FC Shkëndija contro di lui. Impensabile una serata cosi magica per il numero 18, specialmente dopo essere stato messo in panchina prima per Manuel Locatelli e poi per Lucas Biglia. Ma Riccardo, nonostante tutto, non si è mai dato per vinto seppur poco felice di essere escluso dalle scelte dell’allenatore a dimostrazione che, forse, tanto senza carattere non è.
Allo stato attuale è in un momento di assoluta forma e lo ha fatto vedere in Grecia come al Mapei Stadium. Perfetto contro i neroverdi assieme a Kessié come collante in fase difensiva, ha garantito all’ivoriano maggiore libertà facendoli capire di essere presente per la copertura della fascia difensiva. In sostanza quello che dovrebbe fare Biglia ma che, per ora, non si è visto: penalizzato anche (forse) dall’infortunio muscolare di cui è stato vittima. L’ex Fiorentina ha ascoltato le direttive di Vincenzo Montella smistando e recuperando diversi palloni, sacrificandosi per la squadra (e per posizione) rivelandosi un prezioso supporto per i compagni. Evidenziando quanto di buono già si era iniziato a vedere ad Atene. Del resto non possiamo dimenticarci che l’anno scorso secondo uno studio Opta (società di elaborazione dati sportivi e in particolare di calcio) è stato al primo posto in Europa per palle recuperate: 220 per l’esattezza, in 21 partite per 1803’ minuti trascorsi in campo. Davanti a Idrissa Guey (218) allora all’Aston Villa e oggi all’Everton, a Danny Drinkwater (214) e a N’golo Kanté (212) entrambi al Leicester di Ranieri e oggi al Chelsea di Conte. Nessun altro giocatore nei cinque maggiori campionati europei (Serie A, Liga, Ligue 1, Bundesliga, Premier League) ha recuperato tanti palloni come lui.
Dopo le prestazioni finora deludenti dell’argentino e dopo gli ultimi rumors che vedono Manuel Locatelli vicino alla Fiorentina (pensa il caso…) nel prossimo mercato di gennaio dovuto al fatto che, attualmente, il numero 73 risulta essere messo un po’ ai margini nelle scelte dell’Aeroplanino…con questo scenario a Montolivo non resta che cercare di sfruttare al meglio lo spazio a disposizione per riscattarsi, una volta per tutte. Del resto Caravaggio sembra intenzionato più che mai a mostrare che può ancora essere un uomo prezioso per i rossoneri. Con o senza Biglia. Con o senza fascia al braccio.
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