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Il Milan, dopo un anno di tempesta, è passato nelle mani di Yonghong Li. I tifosi hanno atteso il closing come un evento storico che avrebbe potuto dare una svolta decisiva per le sorti del Milan ed effettivamente, per ora, le premesse sono davvero ottime. Le battute sulle scarse capacità economiche dei cinesi rossoneri stanno lasciando il passo a operazioni di mercato vere, concrete, anche di primi livello. A metà maggio il Diavolo ha già in pugno Mateo Musacchio, Franck Kessiè, strappato alla concorrenza della Roma che era in netto vantaggio (dettaglio non da poco) e Ricardo Rodriguez, uno dei giocatori più forti nel panorama europeo nel proprio ruolo. Una presentazione niente male per Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, che immediatamente sono diventati gli idoli dei tifosi, dopo anni di austerità.
È vero, gli ultimi mercati del Milan sono stati uno strazio. Adriano Galliani ha fatto una fatica bestiale a costruire la squadra e spesso ha anche commesso degli errori clamorosi. C'è da dire, però, che andando a elemosinare giocatori a zero, in prestito o in saldo il rischio di trovare delle fregature è molto alto. Un altro fattore che i tifosi contestavano al vecchio amministratore delegato era l'agire quasi esclusivamente nei famosi "giorni del Condor". Ovvero: aspettare le ultime ore di mercato per rinforzare la rosa, arrivando al raduno impreparati. Vero, ma anche in questo caso tutto è dovuto alla mancanza di soldi: nelle ultime ore i prezzi di alcuni esuberi scendono e nascono le occasioni. In passato l'ultimo giorno sono stati effettuati solo grandi colpi (Alessandro Nesta, Zlatan Ibrahimovic...), mentre la rosa e gli altri acquisti entro metà luglio erano già ben definiti.
Insomma, situazioni legate soprattutto alla mancanza di soldi. Anche perché basta pensare all'ultimo mercato condotto con una cifra importante: estate 2015. Anche in quell'occasione Galliani non ha aspettato gli ultimi giorni per agire, anzi: proprio di questi tempi sembrava caldissima la pista Jackson Martinez, poi sfumata a causa delle divergenze con la Doyen. Così come è stata intavolata la trattativa per Geoffrey Kondogbia con l'Inter. E l'essersi alzato dal tavolo per primo, rinunciando al giocatore, con il senno di poi è stato uno dei più grandi affari della storia di Galliani. Si parla di fine maggio/inizio giugno. Poco dopo, entro i primi giorni di luglio, sono arrivati Carlos Bacca, Andrea Bertolacci e Alessio Romagnoli.
Il primo è costato 30 milioni e seppur a qualcuno non sia mai piaciuto e seppur quest'anno abbia fatto fatica, di certo è stato un grande acquisto, considerando che era il capocannoniere per due anni di fila dell'Europa League (vinta entrambe le volte) e lo ha dimostrato alla prima stagione in rossonero con 20 gol. Su Romagnoli c'è poco da dire. Probabilmente l'acquisto migliore degli ultimi anni: un difensore giovane, pagato relativamente poco pensando che un anno dopo il Chelsea ha messo sul piatto 40 milioni e il prezzo è destinato a salire, e soprattutto con un futuro più che roseo davanti. L'unica pecca si chiama Bertolacci, pagato 20 milioni sperando di aggiudicarsi un centrocampista di qualità, ma che si è rivelato un flop. Totale 75 milioni.
Pensando al mercato condotto finora, la prima cosa di cui ci si accorge è che, in realtà, è molto simile. Il primo acquisto è stato Musacchio, difensore come Romagnoli. Sarà pagato 18 milioni, 7 in meno di Alessio, anche a causa dell'età leggermente superiore e un contratto in scadenza tra un anno. Kessiè verrà pagato 28. Si tratta di un centrocampista, al primo anno in Serie A, molto giovane. Certo, adesso i tifosi sono entusiasti, ma il rischio che si riveli come Bertolacci c'è, minimo ma c'è. Ovviamente tutti si augurano che possa esplodere, ma l'operazione è molto simile a quella dell'ex Genoa, con le stesse speranze, magari con esiti diversi. Finora, dunque, mercato davvero simile. Perché se Romagnoli probabilmente è un colpo migliore di Musacchio, Kessiè lo è di Bertolacci (si spera), e la differenza nel prezzo è di 1 milioni in più speso dalla nuova dirigenza. La differenza, per ora, la fa Ricardo Rodriguez. I nuovi hanno preferito puntare su un terzino, mentre quel Milan necessitava di una prima punta. Differenza, ovviamente, anche nel costo: il giocatore del Wolfsburg sarà pagato 18 milioni, mentre Bacca, come detto, 30. Sta tutta qua la differenza.
Quindi, ben venga l'entusiasmo che fa sempre bene e porta anche tanti punti durante una stagione, ben vengano i meritatissimi complimenti a Fassone e Mirabelli per come stanno operando. Però calma con i paragoni, però c'è da dire che non è vero che un mercato così non si vedeva da decenni, però c'è da dire che nel 2015 le premesse e l'entusiasmo erano quasi gli stessi. La differenza la facevano un po' di pregiudizi e la sensazione che servisse comunque una svolta superiore. Ora la svolta è arrivata. Tutti si augurano anche che la differenza sia che il mercato di quest'anno non si esaurisca a questi tre colpi, come quello di due anni fa, ma serve un budget più ampio.
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