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Milan: morale sotto i tacchi, vietato staccare la spina

Edoardo Lavezzari

Anche ieri contro l'Atalanta il Milan a tratti ha dato l'impressione di essere una squadra fin troppo molle e arrendevole. Colpa anche del morale ai minimi
02:24 min

Quella di ieri è stata l'ottava sconfitta in campionato, su diciotto partite giocate, per il Milan e il copione è sembrato molto simile a quello visto fin troppe volte in altre occasioni quest'anno. Una volta passati in svantaggio, i rossoneri hanno smesso di lottare, arresi di fronte al triste destino che li attendeva. Subito il gol dell'ex Cristante, il Milan ha provato, timidamente, a reagire nel corso del primo tempo e nei primi minuti della ripresa, prima di concedere in contropiede a Ilicic il gol del 2-0. In quel momento, nonostante i tre cambi effettuati da Gennaro Gattuso, la partita dei rossoneri è sostanzialmente finita. Lo stesso, solo una settimana prima, era capitato al Bentegodi, contro il Verona, oppure contro Juventus e Roma, quando il tecnico era ancora Vincenzo Montella. Un atteggiamento, questo, ben visibile anche dal linguaggio del corpo dei giocatori, fin troppo spesso a testa basta, fino al fischio finale e alle inevitabili scuse nei confronti della Curva, che non ha risparmiato fischi e cori ai giocatori.

Posto che la bacchetta magica non ce l'ha nessuno come ha ricordato Gattuso più volte con il suo ormai celebre "Non sono Padre Pio" una cosa è certa: il Milan non può permettersi di finire la stagione in questo modo: non dopo il roboante mercato estivo, non dopo le premesse di una stagione che doveva essere della rinascita non solo da un punto di vista societario, ma anche tecnico. Ecco allora che una scossa, una reazione nervosa, deve arrivare e anche di corsa e il calendario, per una volta, può essere amico dei rossoneri che mercoledì 27 troveranno l'Inter in Coppa Italia in una partita con molto da guadagnare e poco da perdere contro un'avversaria alle prese con le prime, vere, difficoltà della stagione. La risalita può e deve partire da qui.

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