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Milan niente closing: nuove ombre cinesi?

La bandiera cinese con alcuni militari in primo piano
Come un fulmine a ciel sereno, ieri in Casa Milan si è abbattuto il ciclone cinese sull'atteso closing: appuntamento al 31 marzo, ma con quale credibilità?

Renato Boschetti

Questo closing non s'ha da fare. Come nelle migliori telenovelas, a pochi passi dall'altare arriva l'ennesimo colpo di scena: come riporta l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, dopodomani andrà in scena una nuova giornata di ordinaria amministrazione nell'Assemblea dei Soci del Milan. Quello che doveva essere il giorno della rivoluzione cinese, si trasformerà sicuramente nel giorno dei rimpianti e delle ombre, quelle sì, cinesi. Per la rivoluzione, si ripassi, forse, il 31 marzo: il condizionale ormai è d'obbligo, visto che ormai è quasi certa la scadenza del 10 marzo per l'arrivo di altri 100 milioni di caparra come conditio sine qua non per arrivare alla nuova deadline del 31. Oggi, massimo venerdì, verranno svelati i dettagli del nuovo accordo: al termine di una giornata, anzi, di un pomeriggio convulso, quel che è certo è che uno o due investitori si sono ritirati dalla cordata all'ultimo, facendo mancare parte della liquidità immediata necessaria al closing. Quattro gli scenari che ieri sera si erano delineati: dalla rottura alla rinegoziazione, alla fine Fininvest dovrebbe optare per l'ultima, definitiva proroga al 31 marzo.

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