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Milan, no closing: da Donnarumma al mercato, i dubbi dei tifosi

Stefano Bressi

Il closing salta o quanto meno slitta. I tifosi del Milan sono perplessi e preoccupati. Ecco le domande che ci si pone di più e le possibili risposte.

Ieri è arrivato il fulmine a ciel sereno. Tutto lasciava presagire a una conclusione, in tempi brevi, di questa infinita storia della cessione del Milan, che va avanti ormai da quasi un anno. Invece no, anche stavolta non si è giunti a un punto, ma ne sono stati piazzati di nuovo tre, in attesa di ulteriori sviluppi. Quasi sicuramente oggi verrà ufficializzata una nuova proroga, di circa un mese, previa ulteriore caparra da 100 milioni. I tifosi, però, iniziano a preoccuparsi. I dubbi aumentano e ci sono tante domande alle quali è difficile darsi una risposta. Di certo non ci sono certezze, ma La Gazzetta dello Sport ha provato a spiegare quale possa essere la situazione sugli argomenti più caldi.

BERLUSCONI RESTA DAVVERO? - "Berlusconi è legato al Milan da un amore profondo, che da quando è stato messo in vendita il club l'ha fatto vacillare tante volte. La decisione di vendere, però, è stata presa, e non verrà rimangiata perché i costi di un club come il Milan sono insostenibili per l'attuale proprietà. Soprattutto se l'obiettivo è tornare a essere protagonisti in Italia e in Europa. Il progetto dei giovani italiani è una strada interessante, ma gli italiani giovani e bravi non possono essere prodotti tutti dalla cantera e quelli altrui costano parecchio".

RIPERCUSSIONI SUL MERCATO ESTIVO? - "Marzo sarà un altro mese da gestire in condominio tra attuale proprietà e futura gestione. Questo significa che Fassone e Mirabelli non avranno ancora la possibilità di stringere veri accordi in ottica 2017-18. E questo è evidentemente un limite non da poco. I futuri a.d. e d.s., molto attivi, hanno iniziato da tempo un lavoro di pubbliche relazioni con molti club italiani e stranieri, che fino al closing non potrà avere un salto di qualità. Il rischio è che i nomi più appetibili prendano il volo prima".

DONNARUMMA - "In questo momento è la preoccupazione più grande, da parte di tutti. Le recenti parole di Raiola hanno generato molti timori, che questo stallo aumenta. Agente e giocatore ragionevolmente attenderanno ancora, ma più passa il tempo e più la situazione diventa delicata: Raiola chiede certezze che al momento non possono essere fornite".

MONTELLA - "Sì, il rinnovo del tecnico era già in programma e avrebbe iniziato a essere discusso già nelle ore successive al closing. Resta evidentemente in agenda, nel suo caso non c'è la stessa urgenza di Donnarumma. Piuttosto, Montella dovrà portare ancora pazienza con le telefonate lamentose di Berlusconi".

GLI ALTRI RINNOVI - "Suso e De Sciglio, che scadono nel 2019 e nel 2018, ma anche in questo caso un mese in più o in meno non comporta grandi differenze".

OPERATIVITA' GALLIANI - "Quella avuta sin qui. Lui è l'attuale amministratore delegato, da lui passa la gestione del Milan e le prossime settimane trascorreranno come quelle passate. Ieri sera, ad esempio, era a cena con Montella. In caso di eventuali situazioni di mercato, occorrerà come sempre il confronto e la compartecipazione del futuro a.d. Fassone, in rappresentanza della cordata cinese".

SE SALTA IL CLOSING? - "Se l'accordo con Sino-Europe non andrà in porto, verranno cercati altri compratori. Con le attuali liquidità, gravate da 220 milioni di debiti, circa 70 di rosso in bilancio, e una decina al mese di gestione ordinaria stagionale, il Milan non potrebbe rialzarsi".

PRIMA MOSSA DOPO IL CLOSING? - "Dedicarsi giorno e notte agli accordi commerciali in Cina: è da lì che la futura proprietà conta di attingere il denaro per il piano di investimenti triennale".

CHI PAGA LA GESTIONE DI QUESTA STAGIONE? - "Tecnicamente Fininvest, che è l'azionista di riferimento. Con Sino-Europe c'è l'accordo che al momento del closing Fininvest rientrerà di questa spesa, che attualmente è intorno ai 70 milioni. Ovviamente più si va per le lunghe e più questa cifra sale".

L'ASSEMBLEA DEI SOCI CI SARA'? - "Sì, per legge, ma sarà come quella del 13 dicembre: un pro forma che non poterà ad alcuna decisione".

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