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Milan, non segni più: i numeri del disastro

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Dopo le abbuffate di gol della prima parte della stagione, il Milan ha scoperto di soffrire di mal d'attacco. Chievo a parte i rossoneri non segnano mai.

Redazione

Da oltre un mese, vale a dire dalla sfida persa a Marassi contro la Sampdoria allo scialbo pareggio di giovedì sera ad Atene, il Milan ha pressoché smarrito la via della rete e con essa la convinzione e la personalità che sembrava possedere.

Il reparto offensivo milanista, in ben otto gare tra campionato ed Europa League, ha violato la porta avversaria solamente sei volte, di cui quattro nella gara di Verona sponda Chievo. Nelle restanti sette gare, i rossoneri raccolgono la miseria di due reti segnate (nel derby, comunque perso) e 3 punti all'attivo.

Una quaresima fuori stagione per gli uomini di Vincenzo Montella: con una scioccante media di una rete realizzata ogni 120 minuti di gioco, il Milan di queste ultime otto partite ha perso in smalto e credibilità. I terminali offensivi, dal volenteroso Patrick Cutrone allo smarrito Nikola Kalinic passando per l'abulico André Silva, hanno realizzato una sola rete con il croato e infuso in critica e tifosi la netta convinzione di una evidente inferiorità rispetto ai top player - Mauro Icardi, Edin Dzeko, Gonzalo Higuain - che hanno fatto di San Siro terra di conquista.

All'asfittico attacco milanista vanno concesse le attenuanti legate alla mancata scelta di un modulo tattico definitivo e comunque penalizzante per gli attaccanti, costretti a giocare spalle alla porta e per nulla favoriti dallo sterile fraseggio orizzontale dei rossoneri.

Tuttavia, le 14 reti messe complessivamente a segno delle punte rossonere, di cui 9 in Europa League contro avversari tutt'altro che trascendentali, in oltre 2.300 minuti accumulati in stagione non possono considerarsi un bottino soddisfacente: privi di carisma e della grinta necessaria, Kalinic ed André Silva sono le maggiori delusioni della campagna acquisti estiva condotta dalla società.

A Montella tocca l'arduo compito di risollevare il morale dei suoi attaccanti e di dare loro la possibilità di esprimersi al meglio, esaltandone le caratteristiche per trovare la via del gol e delle tanto sospirate vittorie.

Enrico Maggioni

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