Quattro sconfitte su otto partite di campionato, il decimo posto in classifica, quattro punti in meno rispetto all'anno scorso, tre in meno addirittura del poco scintillante Milan di Pippo Inzaghi, quello di Jeremy Menez e Fernando Torres. Questi, in estrema sintesi, i numeri del Milan dopo il derby perso ieri, numeri a cui aggiungiamo un ultimo dato sconfortante: a fronte di dodici gol fatti i rossoneri hanno raccolto il pallone dal fondo della rete in tredici occasioni. A metà ottobre e non potrebbe essere altrimenti con prestazioni di questo tipo, la qualificazione alla prossima Champions League sembra già utopia: al momento il Milan è decimo, a sette punti dal quarto posto ed è preceduto da due squadre (Roma e Sampdoria) con cui ha già perso e che devono ancora recuperare una partita. Per non parlare, poi, delle sconfitte Lazio e Inter, dirette concorrenti alla corsa al quarto posto.
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Milan, numeri impietosi: l’ottimismo di Montella non basta più
Uno scenario a dir poco inquietante, soprattutto se in estate la campagna acquisti si è chiusa con spese per oltre 230 milioni di euro. Eppure, , ieri in sala stampa, e si è detto convinto di essere sulla strada giusta. Dal canto suo, l'AD Marco Fassone, ha ribadito ancora una volta , ma è impossibile non chiedersi se a questo punto Montella sia ancora l'uomo giusto per il Milan. I lunghi pezzi di partita in cui al Milan mancano idee e cattiveria agonistica (ultimo esempio il primo tempo di ieri sera) i continui cambi di formazione e di modulo, i tantissimi gol subiti per disattenzioni individuali, la mancanza di un undici di "titolarissimi", le sostituzioni spesso tardive: questi i principali capi d'accusa sull'operato dell'ex allenatore di Fiorentina e Sampdoria.
E' vero, gli infortuni pesano, come anche il poco tempo a disposizione per assemblare una squadra praticamente nuova e le tante, troppe(?), pressioni a cui il Milan è sottoposto da mesi, ma aspettarsi di più da questo Milan era lecito e qualcosa, nelle prossime settimane, dovrà cambiare e se Montella non dovesse riuscire in questo compito, chissà che a cambiare non sia proprio la guida tecnica del Milan.
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