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Nel 2007, il magazine inglese "World Soccer" ha eletto il Milan allenato da Arrigo Sacchi come miglior squadra di club di ogni tempo nel calcio mondiale. Le elezioni sono avvenute dopo un sondaggio condotto direttamente dal giornale con il proprio pubblico. Nel novembre 2012, il compianto Johann Cruyff dichiarò: "Per come vedo io il calcio, sono un esempio il Milan di Sacchi, l'Ajax della mia epoca e il Barcellona di oggi". Nel giorno del suo 71esimo compleanno (tanti auguri Arrigo!), il condottiero rossonero riassapora anche e ancora oggi il modo in cui la sua creatura ha saputo reggere allo scorrere dei decenni, come ha confermato, anche dopo il Barcellona di Guardiola, la rivista Four-Four-Two che nei mesi scorsi ha stilato la classifica delle migliori squadre della storia del calcio: 1' Ajax di Michels, 2' il Brasile di Pelé, 3' il Milan di Sacchi primo fra gli italiani e secondo a livello di Club. E' per questo che tutto il mondo rossonero approfitta del giorno del compleanno di Arrigo per fargli gli auguri e per sottolineare ancora di più e sempre meglio le tracce indelebili, una vera e propria immortalità calcistica, che ha lasciato nella storia del Club e nella storia del calcio italiano, europeo e mondiale.
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È stato un attimo. Il Milan campione d'Europa in carica nel 2003, aveva vinto a Torino in Campionato 3-1 schiantando la Juventus nel marzo 2004 ed era senza dubbio la squadra più forte (capita anche ai più forti di non vincere per un anno) fra le otto squadre qualificate per i Quarti di finale della Champions League 2003-2004. È stato l'attimo, in cui dal petto del Milan è sgorgato naturale e spontaneo un appellativo per quella squadra allenata da Carlo Ancelotti: "I Meravigliosi". Di quella squadra che vinse cinque titoli in un anno e mezzo (Champions League, Coppa Italia e Supercoppa Europea nel 2003, Scudetto e Supercoppa Italiana nel 2004), Clarence Seedorf era il tocco in più. Il festeggiato di oggi (buon 41esimo Compleanno Pantera!) sapeva essere costruttivo in spogliatoio, sapeva aiutare i compagni della difesa e poi fare gol, spesso pesante, nelle partite in cui bisognava prendersi particolare responsabilità, nelle partite che non vedevano magari a segno i soliti bomber, le punte designate. Un campione con alcune giocate da fuoriclasse, Clarence Seedorf. E sono molti i tifosi rossoneri che abbinano la festa di compleanno del grande olandese a quelle due immagini dell'uomo orgoglioso in lacrime: a Manchester dopo la Finale con la Juve e a Londra dopo l'Ottavo di finale con il Tottenham.
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C'è un posto di mare, nel cuore del Paese, che è stato particolarmente generoso con il Milan, arrivando a regalargli un grande tifoso come Marco Pantani e un tecnico tricolore come Alberto Zaccheroni. Era salito proprio da Cesenatico, il buon Zac (tanti Auguri Mister), per risollevare il Milan dopo il decimo e l'undicesimo posto dei Campionati del '98 e del '97. È stato un fiore nel deserto il Milan del 16° Scudetto rossonero 1998-99, un solo titolo conquistato nel suo ciclo di circa tre anni, ma è stato fondamentale come anello di congiunzione fra il ciclo di Capello fra il 1992 e il 1996 e quello di Ancelotti fra il 2003 e il 2007: "Trovai - ricorda il neo 64enne Zaccheroni ancora oggi - un Milan frastornato, disorientato, erano così poco abituati alle sconfitte che si fidarono totalmente di me. Arrivai in via Turati e quando chiesi come era stata organizzata l'estate a livello di ritiro, allenamenti e amichevoli, ecco che Galliani e Gandini mi consegnarono un foglio bianco. Faccia lei e ci tiri fuori da questa situazione. La società poi seppe starmi vicino, assecondandomi in tutto e per tutto, soprattutto nei momenti difficili dell'inizio della stagione. È così che arrivammo al titolo". Un uomo normale, un uomo buono, Zac: nato sette anni dopo Arrigo, si merita ancora tanti auguri.
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