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Milan più forte in contropiede. Montella non ci sta

Redazione

Il Milan in questa stagione si è espresso meglio in contropiede, ma Montella non ci sta, e vuole che la sua squadra sia in grado di comandare il gioco

Sanremo 2017 ha chiuso i battenti ma non per Vincenzo Montella. Durante la conferenza stampa di vigilia del match dell’Olimpico contro la Lazio, tappa fondamentale nel cammino verso l’Europa, l’Aeroplanino, stimolato circa la canzone del Festival più adatta al suo Milan, non può non citare “Volare” come motivo simbolo di una stagione in cui i rossoneri hanno finalmente ripreso confidenza con le zone alte della classifica, lasciandosi alle spalle le depressioni degli anni scorsi. Ma a Montella non basta stare lassù: lo vuole fare a modo suo, portando avanti quei principi di gioco che prevedono la capacità  di fare la partita e di imporre la personalità dei suoi ragazzi sugli avversari di turno, come volesse dire, per restare in ambito musicale, “Andiamo a comandare”. Il percorso di crescita tanto caro al tecnico campano passa necessariamente attraverso l’abilità di stazionare con continuità nella metà campo avversaria: caratteristica che non si improvvisa, ma che è frutto sia di sagace lavoro tattico sia di costante opera di convincimento del gruppo che il tecnico allena e stimola tutti i giorni. Montella, come dichiarato ieri in conferenza stampa, ritiene che il Milan, per storia e blasone,non debba giocare in contropiede ma sia obbligato a fare sempre la partita. Il tecnico ha risposto piccato a quanti hanno intravisto nell’azione del gol di Bologna un esempio di furbo gioco di rimessa: “Gomez era a centrocampo e voleva impostare”, ha dichiarato il tecnico, rivendicando così il merito di servirsi dei difensori (Romagnoli su tutti) come abili iniziatori della manovra offensiva. Non è tuttavia un mistero che il Milan, sfruttando la velocità sulle fasce ben presidiate da Suso e Gerard Deulofeu, in attesa di Lucas Ocampos, potrebbe scegliere di giocare di rimessa e colpire con un modulo tattico che preveda un “falso nueve”veloce ed in grado di muoversi abilmente tra le linee difensive degli avversari per facilitare, come accaduto a Bologna con Deulofeu mattatore una volta uscito lo spento Carlos Bacca, l’inserimento vincente dei centrocampisti. Ma a ben guardare l’andamento del campionato, il Milan ha quasi sempre provato ad imporre il suo gioco. Lo dimostrano il dato del possesso palla, che vede i rossoneri al di sopra del 50% in questo campionato- anche nelle ultime sfortunate gare- a testimonianza della oramai acquisita abitudine a stare nella metà campo avversaria, ed una linea difensiva spesso alta, costruita in modo da occupare con più uomini possibile gli spazi altrui con il rischio, spesso calcolato, di esporsi ai contropiedi avversari ed a cartellini gialli e rossi. I dettami tattici di Montella sono chiari: si deve comandare il gioco e, con riferimento alla gara di stasera all'Olimpico, occorre prendersi le proprie responsabilità tenendo palla il più possibile e  facendo la partita da padroni del campo, approfittando delle caratteristiche attendiste della Lazio. Una vera e propria investitura di maturità per una squadra giovane - e ancora inesperta in alcuni suoi fondamentali interpreti – che, pur priva di almeno sei titolari, non deve rinnegare la propria filosofia né snaturare la propria storia ma puntare ad obiettivi alti.

Enrico Maggioni

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