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Di Enrico Maggioni
Nel Milan che a Verona viene messo tre volte al tappeto nonostante uno schiacciante possesso palla ed il record stagionale di 23 tiri verso la porta avversaria, spicca una volta di più la disarmante prestazione degli uomini d'attacco. Kalinic, André Silva e Cutrone hanno collezionato in questo campionato 1972 minuti di gioco e complessive 6 reti, per una media di un gol ogni 328 minuti. Nonostante tutte le attenuanti che si possono ricercare, il dato che emerge è sintomo di un male profondo che attanaglia l'attacco rossonero.
Le soluzioni tattiche sin qui tentate, dal 4-3-3 iniziale di Montella al 3-5-2 di questo autunno sino al recupero del modulo originario, fortemente voluto da Gattuso e appoggiato dallo spogliatoio, non hanno fornito riscontri confortanti né sul piano della continuità né su quello dei risultati. Considerate le undici volte in cui è partito da titolare Kalinic, rapportate con le quattro apparizioni iniziali di André Silva e le tre di Cutrone, si può dire che il tempo per il croato sia oramai scaduto. Privo del necessario mordente, spesso in ritardo e mai davvero convinto di poter anticipare la difesa avversaria, oggi l'ex bomber viola ha chiaramente certificato l'urgente bisogno di un periodo di riflessione per recuperare una condizione psico-fisica accettabile.
Tuttavia André Silva, l'alternativa principale al triste croato ma oggetto misterioso anche al Bentegodi, non può avere avere l'esperienza e la personalità necessarie per prendersi sulle spalle l'attacco del Milan. E allora spazio a Patrick Cutrone che a Verona, per spirito di sacrificio e attaccamento alla maglia, ha accettato di giocare la ripresa facendosi relegare sulla fascia senza poter incidere in area. Alla luce della settima sconfitta in diciassette giornate, Gattuso si convinca della necessità di schierare i migliori giocatori - per atteggiamento, oltre che per abilità tecniche - nei ruoli di competenza, senza snaturarne le qualità. Più convinzione nei propri mezzi, più autocontrollo (Borini e Suso i più nervosi e puniti), più cattiveria in area: solo così il 4-3-3 potrà finalmente regalare soddisfazioni al frustato popolo rossonero.
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