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Quella di oggi doveva rappresentare per il Milan la prima di una lunga serie di vittorie che avrebbe dovuto rilanciare i rossoneri nel già difficile cammino verso l'obiettivo stagionale, cioè la qualificazione alla prossima Champions League, a maggior ragione considerando i passi falsi, con pareggi o sconfitte, di alcune squadre che li precedono in classifica, cioè Sampdoria, Lazio e Roma. Questo, però, non è successo, complice anche un grande Sirigu, che non basta però a spiegare ed inquadrare al meglio il difficile momento milanista.
LA VITTORIA A SAN SIRO - Reduce dalla vittoria di Europa League contro l'Austria Vienna, con primo posto e qualificazione ai sedicesimi già conquistate matematicamente, il Milan oggi era chiamato a ripartire anche in campionato, dopo i troppi alti e bassi delle prime giornate. Contro l'ex rossonero Sinisa Mihajlovic, la truppa di Montella non è però riuscita a segnare e deve anche ringraziare Donnarumma per un super intervento su Belotti che ha evitato la beffa. Nello specifico, il Milan in queste prime 14 giornate di campionato, ha vinto 6 partite, pareggiandone due e perdendone 6, per un totale di venti punti, troppo pochi per poter ambire a qualcosa di importante già in questa stagione. Anzi, se si vuole essere precisi, i rossoneri non vincono a San Siro dal 20 settembre contro la SPAL, partita dopo cui sono arrivati soltanto due pareggi (contro Torino e Genoa, ndr) e due sconfitte (contro Roma e Juventus, ndr), senza considerare la sconfitta nel derby contro l'Inter, per le statistiche arrivata in trasferta, ma sempre al Meazza.
L'ASTINENZA DI KALINIC - L'altro elemento che balza subito agli occhi, è il grande problema del Milan ad andare in gol. In 14 match, i rossoneri hanno segnato 19 reti subendone 18 contro, ad esempio, le 35 segnate dal Napoli, le 33 dalla Lazio, le 28 dall'Inter e, al momento, le 37 della Juventus. Non solo, dei gol segnati dal Milan, soltanto 5 sono stati realizzati da attaccanti, due da Cutrone e tre da Kalinic, il cui ultimo gol è stato contro il Chievo a Verona lo scorso 25 ottobre e che non segna a San Siro dal 17 settembre, cioè dalla doppietta contro il Cagliari. Se togliamo le 5 realizzazioni di Suso, il problema dei rossoneri si può quindi localizzare nel reparto offensivo, dove la somma dei gol segnati dagli attaccanti non raggiungono, ad esempio, quelli segnati da Icardi (15, ndr).
Questa è forse la differenza, ad oggi, tra il Milan e le altre big italiane. Risolvere il problema dei gol, considerando anche il fatto che i rossoneri come numero di conclusioni sono tra i primi della Serie A, potrebbe essere il primo passo verso una risalita che al momento sembra quasi impossibile, soprattutto perché le altre continuano a correre senza mai fermarsi.
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