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La settimana che si concluderà oggi con Milan-Roma è probabilmente la più lunga e difficile vissuta da Vincenzo Montella sulla panchina rossonera. Il match di oggi pomeriggio per il tecnico è già un bivio. Due strade: una può portare alla svolta definitiva, l'altra invece potrebbe farti smarrire completamente la rotta. Dopo la sconfitta di una settimana fa contro la Sampdoria, Marco Fassone aveva tuonato. Nei giorni scorsi, poi, non è mancata occasione per ribadire la fiducia in Montella, come fatto da Massimiliano Mirabelli prima del Rijeka. La sensazione è che si voglia davvero tenere l'ex Fiorentina, anche perché in caso di esonero sarebbe il fallimento di tutti.
La vittoria ottenuta in Europa League, scrive La Gazzetta dello Sport, ha probabilmente aumentato le perplessità invece di allontanarle. La Roma e il Derby sono, così, due crocevia importanti, per la squadra e per il tecnico. Il Milan deve dimostrare di essere all'altezza delle dirette concorrenti e non ha molto tempo per riuscirci. Ad alzare ancor di più la tensione per Montella c'è sicuramente il lato emotivo, come confermato da lui stesso, nell'incontrare la sua ex squadra. Il Mister rossonero proverà a rialzarsi affossando la Roma, una squadra a lui molto cara. Finora, da allenatore non ci ha mai vinto contro: otto sconfitte e tre pareggi. Solo nelle coppe, con la Fiorentina, il bilancio cambia. Numeri che, comunque, non cambieranno l'affetto che prova per la città e la squadra. Anche se stavolta non ci sarà Francesco Totti in campo e, dice, sarà molto strano. Montella è stato pagato 50 miliardi ed è stato amato tanto a Roma. Indimenticabili per i giallorossi i suoi quattro gol nel Derby e le reti decisive per lo Scudetto. Voluto da Zdenek Zeman, non è mai riuscito a giocare con il boemo, esonerato prima del suo arrivo. Sulla panchina ha trovato Fabio Capello, con cui non ha mai legato.
Anche a Roma, comunque, non erano mancate le difficoltà. Come per esempio il calcio alla bottiglietta verso Capello dopo una sostituzione, oppure quando polemizzò dopo un gol segnato in un Derby perché avevano tentato di venderlo poche settimane prima. Appesi gli scarpini al chiodo, ha iniziato ad allenare i Giovanissimi, per poi passare alla prima squadra nel 2011. Si decise però di chiudere con il passato e si scelse Luis Enrique, con pessimi risultati. Quando un anno dopo la Roma ricontattò Montella non c'è stato niente da fare. Era anche un altro Montella, che reagiva in modo molto più istintivo e poco diplomatico ai problemi. Ora è cambiato molto: più riflessivo e temporeggiatore, ma anche più tagliente. Oggi si ritroverà con Eusebio Di Francesco, definito un amico vero. Anche il giallorosso assicura: "È un fratello". L'anno scorso, dopo Sassuolo-Milan, però, furono comunque polemiche da parte di Di Francesco. Insieme hanno un negozio di abbigliamento e da compagni di squadra dividevano la camera. Per 90' non conterà nulla. Sarà una partita decisiva per l'Aeroplanino: decollo o turbolenze in arrivo?
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